Home Cronaca UNA VITA SPEZZATA DAL PESO DI UN COGNOME

UNA VITA SPEZZATA DAL PESO DI UN COGNOME

1957

Maria Rita Lo Giudice questo è il nome della ragazza che ha deciso di togliersi la vita, lanciandosi dal balcone di casa sua, dove viveva insieme a sua madre.                                                                  Indaga il procuratore Federico Cafiero De Raho sul suicidio di questa giovane ragazza, nipote di un boss della n’drangheta ” Nino Lo Giudice” e figlia di Giovanni condannato in appello a 16 anni per mafia.        

Un cognome troppo difficile da digerire quello di Maria Rita che si era rifugiata nello studio conseguendo una laurea in Economia a pieni voti dandosi cosi la possibilità di inseguire una strada diversa da quella che invece era la sua realtà familiare. 

Un gesto estremo, una decisione che le è costata la vita, quella vita che forse Maria Rita non riusciva più a riprendersi e che l’ha portata a detta di suo fratello e del suo fidanzato a sentirsi sola ed emarginata. Del resto, si sà che un padre, scegliendo la mafia , non sceglie solo per lui, ma anche per i suoi figli che sono talvolta costretti a portarsi dietro un grande macigno.

L’avvocato della famiglia , Renato Russo, ha richiesto che venga eseguita un’autopsia sul corpo della ragazza in quanto, la sera precedente al suicidio, la madre avrebbe notato in Maria Rita una forte agitazione, motivo per il quale si  teme che qualcuno possa averla drogata a sua insaputa. 

L’esame tossicologico, chiarirà i dubbi su quanto accaduto, anche se sembrano già  molto chiare le motivazioni di questa terribile vicenda.

di Marzia Cinefra

 

 

 

 

 

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