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Un giorno all’improvviso

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di Mario Civitaquale

Napoli Finalmente.

L’UEFA, con netto ritardo,  ha deciso di fermare le Coppe Europee, permettendo anche a quelle squadre che si stavano ancora allenando di fermare ogni tipo di attività e, di conseguenza, di spostamento.

Tra queste il Napoli che preparava il match di ritorno di Champions League contro il Barcellona.

Inoltre, ma purtroppo per contagio diffuso fuori e dentro il mondo del calcio, anche i principali campionati europei hanno seguito l’esempio dei campionati italiani.

Tutti fermi.

Germania, Francia, Spagna, Inghilterra, Olanda e molte altre.

Non si gioca. Non ci si allena. Non si esce di casa.

In una situazione del genere è impossibile anche programmare una riprese di campionati e Coppe.

Ma oggettivamente ciò passa in secondo, terzo piano rispetto a quella che l’OMS ha definito una pandemia.

Perciò gli hashtag “IO RESTO A CASA” o  “ANDRA’ TUTTO BENE” che spopolano sui social, sulle stampe, sulle maglie, non siano solo la moda del momento ma uno stile di vita.

E’dura cambiare le proprie abitudini così.

Ma è necessario.

Ed anche chi scoppia di salute e non teme di contrarre il virus o è sicuro di poterlo battere, pensi ai propri cari, anziani o patologici, che frequenta, visita o con cui convive. Lo faccia per loro.

SEGUA LE ISTRUZIONI CHE VENGONO DATE.

E’ strano modificare tutto così all’improvviso. Ma non sempre c’è un preavviso o una pianificazione.

E un giorno all’improvviso è stato anche il flash mob lanciato dal calcio Napoli.

Tutti sui balconi a intonare il coro che ha accompagnato gli azzurri negli ultimi anni, capitanati da Lorenzo Insigne, campione anche di beneficenza.

Perciò forti di quelle strofe nella mente, se si resta a casa è per sé stessi, per le famiglie e per evitare che il contagio possa diffondersi anche nella propria città, per proteggerla.

“…ed oggi come allora, difendo la città”

 

 

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