Gli ideatori della piattaforma di booking di esperienze in barca nel Golfo: “Decentralizzare i flussi e spingere verso la creazione di un ecosistema esperienziale. Senza offrire altro, difficile che dopo una o due volte il turista continui a scegliere Napoli, specialmente d’estate”
NAPOLI – “Sebbene l’ABBAC abbia sottolineato che ad agosto andrà meglio, non è un caso che a luglio Napoli abbia registrato una flessione in termini di presenze turistiche”. Lo sostiene in una nota Seaside Napoli commentando le evidenze di stampa che parlano di una riduzione delle presenze turistiche in città. “L’urgenza di creare le condizioni di un turismo di ritorno è evidente, e senza un’azione congiunta di istituzioni, imprenditori e società civile rischiamo di vanificare il periodo d’oro che questa città meritatamente vive”.
Secondo Marco di Fiore, Carlo Gioiello e Francesco D’Auria, gli ideatori della piattaforma di booking di esperienze nel Golfo partenopeo, esiste “il rischio concreto che Napoli diventi meta da weekend di ponte” perdendo quindi gran parte di introiti che, nonostante la città sia di mare, arriverebbero con il turismo estivo.
“Da tempo sosteniamo che c’è bisogno di decentralizzare il turismo e spingere verso la creazione di un ecosistema esperienziale che sappia guardare anche a chi cerca emozioni diverse”, affermano. “Parliamo dei giri in barca al tramonto, degli aperitivi e delle esperienze di lusso, ma anche di quanti si aspettano di piantare base a Napoli per scoprire i percorsi naturisti circostanti, di quelli che vogliono scoprire gli itinerari di costa, i borghi vicini o di quelli che cercano una vita notturna diversa dal caos dei baretti. Insomma, bisogna ripensare l’intera filiera in modo da proporre un’offerta diversa, perché perdersi nel centro storico e nello street food può andar bene una, due volte, ma non convincerà mai nessun turista di ritorno a passare le vacanze estive a Napoli”.
“Chiaramente – sostengono di Fiore, Gioiello e D’Auria – c’è bisogno di investimenti in infrastrutture, specialmente in mobilità, per migliorare questo aspetto dell’hospitality. Restituire poi la costa in tutta la sua pienezza e balneabilità sarebbe fantastico. Ma non basta se manca una idea di base, una visione comune di come vanno gestiti e indirizzati tali flussi turistici. Itinerari (fuori dal centro), promozione comune, sviluppo di centri d’interesse”.
“Sarebbe un peccato perdere l’occasione che ci è data da questo momento magico”, concludono.