GIUGLIANO. I due competitors per l’impianto di Ponte Riccio ,a Giugliano in Campania, hanno illustrato quali tecnologie metteranno in atto per la combustione delle ecoballe.
Lunedì si è svolta la quarta seduta che era decisiva per le due aziende aderenti al bando che erano state chiamate a regolarizzare la documentazione presentata.
In tale occasione di dialogo competitivo entrambe le società hanno provveduto ad aggiungere il supplemento di documentazione richiesto.
Trattasi di dichiarazioni tecniche rese dai soggetti direttamente coinvolti nella progettazione e nella costruzione dell’impianto.
Le prossime riunioni verteranno sul piano economico-finanziario e soprattutto sullo studio della tecnologia per lo smaltimento dei rifiuti adottato dalle due aziende.
La società “A2A Ambiente” utilizzerebbe la tecnologia classica dell’incenerimento dei rifiuti, mentre L’”RTI “ russo-canadese ricorrerebbe alla tecnologia Westinghouse o detta torcia al plasma.
Codesta tecnica non è mai stata sperimentata in Italia, è un’innovazione della Nasa studiata per il recupero di materiale ed energia attraverso un processo di massificazione e vetrificazione delle materie organiche ed inorganiche.
I rifiuti si decompongono emanando su di essi una potenza calorifera intorno ai 4000° C ed il carbonio sprigionato reagendo con l’ossigeno va a formare un gas di ossido di carbonio ed idrogeno molecolare.
Con questo sistema si evita l’incenerimento dei rifiuti e si produce elettricità e riscaldamento.
Secondo alcuni studiosi la tecnologia produrrebbe polveri ultrasottili cancerogene per l’organismo umano e per l’ambiente.
La costruzione dell’impianto costerà 316 milioni di euro, più altri 25 milioni di gestione annua, senza considerare una soluzione più celere e meno dispendiosa, il recupero del 70% del materiale riciclabile contenuto nelle balle, processo cosiddetto di bonifica.