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Tecnologia e disabilità: in arrivo una nuova app per aiutare tutte le persone non vedenti e ipovedenti

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Napoli – Oggi le “app” ci accompagnano nella nostro quotidiano passo per passo, alcune sono solo semplici passatempi mentre altre possono rivelarsi davvero molto utili. Un esempio di utility app è sicuramente “Be My eyes” un’applicazione pensata per aiutare i non vedenti e gli ipovedenti.

Be My Eyes mette in contatto in real time una persona iscritta al programma con chi ha bisogno del suo aiuto.

Ma come funziona esattamente?

L’app esegue una chiamata dell’emittente che si trova in difficoltà e contatta il primo iscritto che risulta disponibile alla risposta, se questi non risponde entro dieci secondi l’app modifica automaticamente il ricevente, consentendo un collegamento rapido con un altro volontario.

Una volta trovato un destinatario volontario disponibile si attiva la fotocamera che permette a quest’ultimo di interagire con il disabile, aiutandolo secondo le sue richieste come ad esempio leggendo un cartello stradale, oppure trovando un oggetto smarrito, o per tante altre piccole cose che per un vedente risultano estremamente semplici, ma che per una persona con disabilità della vista sono problemi davvero insormontabili.

Be My Eyes è provvisto anche di feedback per garantire la sicurezza di chi richiede il servizio, e ad allontanare persone moralmente poco sensibili.

L’applicazione è disponibile per iPhone, mentre la versione Android è in fase di sviluppo.

Inventore dell’applicazione è il danese Hans Jørgen Wiberg, persona non vedente che ha pensato di trasformare la sua debolezza in punto di forza mettendo a disposizione questa nuova app per tutte le persone che vivono quotidianamente enormi problemi connessi a questa tipologia di disabilità. “Be My Eyes” che sarà molto utile per tutte le persone non vedenti e ipovedenti, che vivono in grandi città come Napoli dove una persona diversamente abile quotidianamente è costretta ad affidarsi ad aiuti occasionali e spesso umilianti per superare le tante barriere architettoniche e mentali.

 

Di Giuseppe Musto

 

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