NAPOLI – E’ la poesia la vera protagonista del terzo appuntamento – giovedì 23 aprile ore 18:00 *presso la *book area Healthy al Vomero (via Merliani 118,
Napoli – primo piano)- della rassegna culturale “Strane Coppie” ideata da Antonella Cilento e giunta quest’anno alla settima edizione. Da un lato il lavoro del poeta britannico Auden, maestro e modello di tutti, e dall’altro quello di Sandro Penna, fra i più fini, sensibili ed eleganti della nostra
letteratura, narrati da due grandi poeti contemporanei, Franco Buffoni ed Elio Pecora, che di Penna fu anche amico e sodale al centro dell’incontro
Identità: poeti. Sandro Penna/ W. H. Auden, coordinato da Antonella Cilento e Claudio Finelli. Sandro Penna* nasce nel 1906 a Perugia e nel 1929 si trasferisce a Roma. Negli anni ’30 conosce Umberto Saba, che lo apprezza come poeta e lo spinge a entrare in contatto col mondo letterario fiorentino. La prima raccolta,
Poesie, esce solo nel 1939. Seguono: Appunti (1950), Una strana gioia di vivere (1956), Croce e delizia (1958), L’ombra e la luce (1975),
Stranezze (1976). Muore nel 1977. Dopo la sua scomparsa vengono pubblicate Il viaggiatore insonne (1977) e Confuso sogno (1980). Le sue prose sono
raccolte in Un po’ di febbre* (1973). “Sempre fanciulli nelle mie poesie! / Ma io non so parlare d’altre cose. / Le altre cose son tutte noiose. / Io non posso cantarvi Opere Pie”. La poesia di Sandro Penna è essenzialmente legata al tema dell’amore omosessuale. Egli stesso si è definito “poeta esclusivo d’amore”: canta
l’amore per i ragazzi (“*i bianchi marinai”, “il tenero garzone di fornaio”, “l’adolescente odoroso di fichi”*…). La sua poesia è popolata di figure di ragazzi, ritratti nella grazia inquieta dell’adolescenza: “Tu morirai fanciullo ed io ugualmente / ma più belli di te ragazzi ancora / dormiranno nel sole in riva al mare”, “Fuori il vento toccava le case degli uomini, le lente migrazioni dei fanciulli…”. Colpisce di Penna la sua posizione appartata nel panorama della poesia italiana contemporanea, la sua indifferenza nei confronti delle mode culturali e ciò ha reso non sempre facile un pieno riconoscimento del suo autentico valore e la sua fortuna critica è stata sempre inferiore ai suoi meriti. Tra i sostenitori della sua poesia ci fu Pier Paolo Pasolini, che a Penna dedicò nel 1960 due capitoli del suo volume di saggi Passione e ideologia e una recensione di Un po’ di febbre (Scritti corsari). “La poesia di Penna — ha osservato Pasolini — è costituita da «un
delicatissimo materiale fatto di luoghi cittadini, con asfalto ed erba, intonaci di case povere, interni con modesti mobili, corpi di ragazzi coi
loro casti vestiti, occhi ardenti di purezza innocente”. Il poeta Elio Pecora racconterà i momenti più importanti della vita di Sandro Penna: l’arrivo a Roma da Perugia, l’incontro con Saba che lo apprezza come poeta e lo introduce nel mondo letterario fiorentino, i rapporti con Montale e con Pasolini, gli ultimi anni di vita vissuti nel chiuso della sua casa. Wystan Hugh Auden, poeta, drammaturgo e librettista inglese naturalizzato statunitense (York 1907 – Vienna 1973), è tra le massime personalità della poesia in lingua inglese del Novecento. Leader negli anni Trenta dei poeti di avanguardia, la sua produzione letteraria si contraddistingue per l’impegno politico, sociale ed ideologico. In questo primo periodo Auden si occupa dell’uomo abitante di anonime megalopoli e della crisi delle strutture sociali e ideologiche dell’Inghilterra (*Poems, 1930; The orators, 1932). Nel 1937 prende parte alla guerra civile in Spagna comeautista. Rimane scioccato dalle atrocità commesse sia dai Republicanos, che lui sosteneva, sia dai Nacionales, maturando quel senso di smarrimento ed ansia che lo accompagnerà per tutta la vita. Il risultato di questa esperienza, una volta tornato in Inghilterra, è la poesia Spain. Nel 1939 si trasferisce negli Stati Uniti con Christopher Isherwood, prendendo nel 1946 la cittadinanza americana. A New York conosce Chester Kallman, uno studente, con il quale avrà una lunga relazione sentimentale. Il periodo tra il 1940 ed il 1948 è piuttosto prolifico: Auden scrive Another Time, New Year Letter, For the Time Being e The Age Of Anxiety, con cui vincerà il premio Pulitzer per la poesia, che rappresenta il culmine della sua poetica. Inoltre, negli anni americani, rimane in contatto con intellettuali e scrittori tedeschi come Klaus Mann, Erich Heller ed Hannah Arendt. Dal 1948 al 1957 rimane a New York, ma trascorre molto tempo anche in Italia e soprattutto d’estate, nell’isola di Ischia. Auden è un abile sperimentatore di tutte le forme e gli stili poetici (ha scritto ballate, villanelle, sestine, terza rima, ha usato lo stile epigrammatico e quello colloquiale) ma con il passare degli anni la sua poetica registra una sensibile evoluzione in senso morale e religioso con l’uso di un linguaggio sempre più oscuro e l’adozione di una sperimentazione formale assai accentuata.
di Massimo Santoro