Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “๐ต๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐: ๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐'”.
“Una terra dove la natura in una mano brandisce eruzioni e terremoti per togliere la vita e nell’altra stringe le sue miracolose acque termali che offre per lenire le sofferenze dell’uomo”: cosรฌ scrisse Filiberto Passananti.
Il nome “Campi Flegrei” fu dato dai primi coloni greci: flegraios, ovvero, ardente. L’area comprendeva i rilievi vulcanici che si estendevano da Cuma a Miseno. Le prime eruzioni dei Campi Flegrei risalgono a cinque milioni di anni fa. Si ebbe per prima l’emissione di prodotti di una roccia eruttiva che raccoglieva banchi di piperno e tufo grigio. A seguito delle successive eruzioni si formรฒ il tufo giallo che, trasportato dalle correnti aeree, ricoprรฌ le zone di Nisida, Posillipo e Vomero.
A differenza del Vesuvio che emetteva la lava per un unico camino, le eruzioni dei Campi Flegrei avvenivano attraverso bocche e camini differenti. Caratteristica fu l’eruzione del 1538 che fece sorgere Montenuovo, un monte di 140 metri di altezza. La formazione fu preceduta da una serie di terremoti e da una forte esplosione nella zona del lago Lucrino che provocรฒ una spaccatura della terra dalla quale uscirono lapilli e ceneri. Il villaggio ne fu sommerso e in meno di due giorni si formรฒ un monte nuovo.
In tempi piรน recenti, lโarea flegrea รจ stata interessata da un repentino sollevamento del suolo che ha portato questโultimo ad un livello, complessivamente, piรน alto di circa 3.5 m negli ultimi quarant’anni, causando gravi danni agli edifici. Dal 2005 il periodo di sollevamento รจ tuttora in atto.
Come non dare ragione a Mendoza quando scrisse che: “Milioni di anni fa, la terra si formรฒ grazie a orrendi cataclismi; vulcani in eruzione generavano nuovi monti, i terremoti spostavano i continenti”.
Saluti cordiali,
Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano dโArco (NA).