CINEMA — Negli ultimi anni in Italia assistiamo alla parabola discendente del settore delle sale cinematografiche. Un fenomeno preoccupante sempre più lampante soprattutto dal periodo delle restrizioni della pandemia. Numerosi cinema, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni, si arrendono alla chiusura. Una triste tendenza che ha coinvolto anche alcune sale napoletane. Un evento che preoccupa inevitabilmente gli appassionati di cinema e chi lavora nel settore.
Le cause di questa crisi sono molteplici. Si intrecciano con i cambiamenti sociali, economici e tecnologici che al momento stanno trasformando il panorama culturale. Innanzitutto consideriamo la crescente concorrenza delle piattaforme di streaming che consente agli spettatori di guardare film in qualsiasi momento e comodamente dal divano di casa. Questo aspetto ha ridotto drasticamente il pubblico che una volta frequentava assiduamente le sale.
Non da meno l’aumento dei costi di gestione, come l’energia e il personale. Conservare aperto un cinema indipendente è diventato più oneroso che in passato. Solo le grandi catene, dotate di risorse più ampie, possono affrontare meglio le difficoltà economiche. Le piccole sale cinematografiche sono invece spesso vulnerabili. Non riescono a sostenere certi costi. Inoltre anche l’aumento del prezzo dei biglietti rende l’esperienza meno accessibile alle famiglie e ai giovani non ancora economicamente indipendente.
Di tanto in tanto si cerca di contrastare il fenomeno con varie iniziative. Diverse città italiane, per esempio, investeno in progetti di recupero e valorizzazione delle sale cinematografiche storiche. Le trasformano in spazi culturali polifunzionali. Alcuni cinema indipendenti propongono una programmazione più variegata, con eventi speciali, incontri con attori e registi.
La chiusura dei cinema in Italia rappresenta un segnale preoccupante per la cultura cinematografica nazionale. Eppure siamo anche di fronte alla spia di un problema che stimola riflessioni su come rilanciare e reinventare il settore. Viviamo in un’epoca in cui il modo di fruire la cultura è innegabilmente cambiato, come è già accaduto in passato. Non ci resta che accogliere la sfida e provare a vincerla.
Di Valentina Mazzella