CINEMA – “È importante andare al cinema a prescindere, pure se stasera andate a vedere ‘The whale’, perchè il cinema sta vivendo una profonda crisi e va supportato. Non riuscirei a immaginare un mondo dove vedi affondare il Titanic solo da uno smartphone”: è quanto scritto in un commento su Instagram da Colapesce, il cantante del duo canoro Colapesce – Dimartino che ha partecipato anche all’ultima edizione di Sanremo 2023 con il brano “Splash”. Un’osservazione semplice che oggi riapre un dibattito su quella che appare essere una crisi di settore: perché sempre meno persone vanno al cinema?
Come al solito, per provare a rispondere al quesito bisogna analizzare la concomitanza di diversi fattori. Qualche spettatore ad esempio accusa la scarsa qualità dei prodotti proposti nelle sale. Altri la crisi economica, i portafogli leggeri degli italiani e i prezzi troppo alti dei biglietti. In aggiunta non è possibile non pensare anche all’incredibile concorrenza offerta dalle innumerevoli piattaforme di streaming on demand sempre più diffuse, come Netflix, Prime Video, Disney Plus e altre. Piattaforme che offrono effettivamente prodotti cinematografici validi e godibili comodamente sul divano di casa.
Grosso modo sono queste le cause più indicate per spiegare il fenomeno delle sale sempre meno affollate. E come si può negare che tutto ciò non sia vero? Alcuni additano anche la cattiva educazione degli spettatori medi in cui si incampa al cinema: quelli che parlottano o che mangiano rumorosamente disturbando la visione ai vicini. Problema che ovviamente a casa non si ha. Tuttavia va anche considerato un altro aspetto figlio del periodo storico che stiamo attraversando: la pandemia da Covid-19.
Alcuni dati statistici riportati da diverse testate (da “La Repubblica” a “Il Giorno”) raccontano che nel 2022 il 60 per cento degli italiani non siano mai andati al cinema. Sei italiani su dieci. Un’informazione che sinceramente non soprende se valutiamo la paura del contagio in un anno che in cui le restrizioni erano ancora tante. Era ancora l’anno del greenpass, delle mascherine, dei tamponi e degli igienizzanti. Adesso siamo tornati finalmente alla normalità, ma la pandemia e la recente guerra in Ucraina hanno piegato economicamente in ginocchio moltissime persone. E gli svariati lockdown hanno modificato anche le abitudini dei più giovani.
Dunque: il cinema sta attraversando una fase di crisi? Certo. Ne uscirà? La speranza del cuore confida in una risposta positiva. Magari quando verrà raggiunto un nuovo equilibrio e una coincidenza fortunata di nuove condizioni. Fatto sta che il cinema non è banalmente il luogo fisico in cui si guarda un film. È un’esperienza. E tutte le piattaforme di streaming di questo mondo – per quanto pregevoli – non possono sostituire quel tipo di esperienza. Come il cinema non ha soppiantato definitivamente il teatro, come a suo tempo molti poterono ipotizzare. L’arte non muore. Al massimo di volta in volta si trasforma, ma trova sempre le energie per dare nuova vita.
Di Valentina Mazzella