Napoli – Al rientro dalle vacanze, la città torna alla routine e scopre l’ennesimo vergognoso disastro: la piscina comunale “Massimo Galante” di Scampia è stata vittima di un grave atto di vandalismo. Gli ambienti e i suppellettili interni sono stati distrutti, come mostrano perfettamente le immagini di corredo (foto di Fabio Sasso). Dalla denuncia sporta presso la Questura di Napoli si evince che i danni riportati siano di grande entità: rottura della ringhiera a bordo vasca, delle griglie in plastica, di sette vetri della vetrata esterna, dei tubi di filtraggio per l’acqua, dei supporti di sicurezza antincendio svuotando addirittura tutti gli estintori presenti, scheggiature ai vetri interni e tanto altro ancora. Tutto demolito, come le aspettative e le speranze di chi nel valore della piscina comunale di Scampia ci credeva e ci crede ancora, nonostante l’incubo di oggi.
Non si conoscono le identità dei responsabili e neanche il movente del reato. Non si sa se ci possano essere state delle ragioni a spingere i delinquenti all’odio e all’atto di estrema inciviltà o se si sia trattato di uno sciagurato atto di vandalismo fine a se stesso, solo per l’incomprensibile gusto di danneggiare la comunità. Quel che è certo è che i criminali siano anche dei ladri. È stato infatti segnalato il furto di motori di filtraggio, di defibrillatori, computer portatili e stampanti. Sono aperte le indagini degli inquirenti.
In ogni caso a dir poco increscioso è stato lo spettacolo dinnanzi al quale si è ritrovato il gestore Federico Calvino – importante nome nel mondo associativo dello sport campano – quando ieri si è recato presso la struttura per riaprirne le porte al pubblico. Non si sa quando l’episodio sia accaduto di preciso. La piscina era stata chiusa per ferie lo scorso 10 agosto. I delinquenti si sarebbero dunque introdotti nell’edificio in questi giorni di vacanza, approfittando della scarsa sorveglianza.
Ebbene, ma adesso cosa resta a Scampia oltre ai resti delle barbarie e all’amarezza? La rabbia, la forza d’animo e la voglia di giustizia. Si aprono nuovi dibattiti e proteste: l’amministrazione pubblica ha lasciato troppo a desiderare questa volta. C’è bisogno di una svolta. La si esige. La struttura necessita adesso di nuovi fondi per ricominciare.
La piscina comunale di Scampia non può e non deve essere abbandonata a se stessa. Soprattutto con le Universiadi all’orizzonte, ossia le Olimpiadi Universitarie che si terranno nel 2019 nella regione Campania. Va fatto di tutto per operare un immediato recupero della struttura e non sprecare anche l’importante opportunità di riscatto che un evento simile offre. L’edificio ha sempre costituito infatti un eccellente impianto grazie al denaro che il Comune investe ogni anno per la manutenzione del centro sportivo. Non a caso, quanto a efficienza e fama, si tratta della seconda piscina della città, subito dopo la piscina di Scandone.
Per questo la notizia lascia basiti e addolora. Scampia è indignata. Tutta Napoli è indignata. Tuttavia il popolo partenopeo sa quanto inutile sia piangere sul latte versato. Adesso si deve reagire. C’è bisogno di alzarsi e scorciarsi le maniche. In prima istanza si esigono provvedimenti da parte dell’amministrazione comunale che ha l’obbligo di ricordare i doveri e le responsabilità che veste nei confronti dei cittadini onesti. Bando alle ciance, al lassismo, alle parole al vento e alle promesse non mantenute. Oggi i napoletani vogliono riscontri concreti nella realtà. Vogliamo fatti. Non c’è spazio per la rassegnazione. Che non si demorda. Un portone, prima o poi, dovrà pur aprirsi anche per Napoli. Come diceva il grande Edoardo: “Ha da passà ‘a nuttata”.
di Valentina Mazzella
Galleria foto di Fabio Sasso: