SANREMO – La 73esima edizione del Festival di Sanremo è terminata la scorsa notte con la vittoria di Marco Mengoni, primo classificato. Ma come ogni anno, si sa, il dibattito post-festival non verte esclusivamente sulla classifica delle canzoni. Una buona dose dell’attenzione del pubblico ha il focus acceso sulle tradizionali polemiche di routine. Polemiche spesso ispirate da sketch o da momenti, più o meno, spesso confezionati ad hoc per sollevare curiosità e scalpore. Qui non commenteremo l’episodio di Blanco della prima serata. Nemmeno il bacio queer tra Rosa Chemical e Fedez che anche sta facendo tanto parlare.
Più noiose stanno, invece, diventando le ripetitive accuse di sessismo nei confronti di chi lancia qualsiasi commento non di elogio nei confronti di Chiara Ferragni, quella Chiara che – per inciso – come persona troviamo anche molto simpatica. Tuttavia bisogna essere obiettivi: il suo monologo è stato autocelebrativo e non brillante per originalità di contenuti. La Ferragni è eccezionale nel suo settore: la moda, l’imprenditoria, la gestione dei social media. Molto meno quando pretende di voler interpretare il ruolo dell’attivista, della “voce delle donne”… senza che sia concretamente il suo ambito.
Sarebbe stato più interessante un monologo sul suo percorso senza vittimismo, ammettendo il suo privilegio economico e sociale in partenza. Oppure un monologo veramente femminista condiviso da qualcuno che ha esperienza concreta nei centri antiviolenza sulla donna, per dire… Appare anche banale ribadire l’ovvio, se non fosse che a distanza di cinque giorni in moltissimi ancora accusano di sessismo le critiche e finanche i complimenti nei confronti di Chiara Ferragni. A questo punto occorre “mettere i puntini sulle i”.
È stato contestato addirittura che Amadeus, Gianni Morandi e la stampa siano stati molto positivamente sorpresi dalla conduzione di Chiara Ferragni. Qualcuno ci ha visto del maschilismo, ma non è corretto. Di base non erano stupiti delle sue capacità in quanto donna. Erano sorpresi e avevano basse aspettative in quanto la collega era una “non addetta ai lavori”. Chiara lavora sui social ed è bravissima nel suo campo, l’abbiamo già scritto. Tuttavia è completamente diverso dal lavorare in televisione. Del resto in TV hanno sempre un po’ di pregiudizi nei confronti di chiunque venga dal web, non solo nei confronti Chiara Ferragni “in quanto donna”. Basta pensare al modo in cui vengono di norma presentati in TV anche i creator di YouTube da dodici anni a questa parte. Non c’entra il sessismo.
Inoltre Chiara Ferragni non è scrittrice, non è giornalista… Con la Fagnani nessuno si è sorpreso che potesse scrivere “da sola” un testo. Non c’entra il genere. Perché? Perché Francesca Fragnani è una giornalista e infatti ha proposto un monologo di notevole pregio e spessore. Semplicemente Chiara ha fatto un’esperienza nuova. È normale che ci si aspettasse inesperienza da parte sua. II fatto che sia un’ottima imprenditrice e una brava influencer non significa necessariamente che dovesse essere anche un’ottima presentatrice o una perfetta autrice di testi.
Il discorso è valido per qualsiasi persona: anche da Claudio Baglioni, cantante e uomo, anni fa il pubblico e la stampa non sapevano cosa aspettarsi perché presentare non era appunto il suo lavoro. E allo stesso modo potremmo sfornare altri mille esempi. Ogni tanto dovremmo smetterla di vedere il marcio anche dove non c’è, scendere dal piedistallo e imparare ad accettare un po’ di critiche costruttive perché la perfezione non esiste.