Marianna è sempre stata una Cheffa, spesso chiamano così le chef donne, lei già lo sapeva a cinque anni, in fondo lei era cresciuta con un padre che di mestiere faceva il cuoco e una nonna che cucinava benissimo.
Ai giocattoli preferiva le pentole, e quando a tredici anni aveva provato a manifestare la sua voglia di seguire le orme paterne, i tempi non erano ancora favorevoli, la cucina di per se e l’istituto alberghiero erano un mondo prettamente maschile.
Fa altre scelte, si laurea in Letteratura spagnola e come primo impiego illustra ai turisti stranieri ogni anfratto di San Gregorio Armeno e Decumani in una lingua che i napoletani trovano storicamente familiare.
Ma la passione per la cucina è sempre viva, l’occasione arriva,Lino Scarallo, chef di Palazzo Petrucci, la chiama ai fornelli per un anno intero. Da qui l’ascesa di questa donna eccezionale, che sceglie di non partire a fare fortuna “fuori” e di rimanere nella sua Terra. Sceglie i Campi Flegrei, sceglie Quarto uno dei crateri più bistrattati dei Campi Flegrei, è qui che apre Sud, ed in soli tre anni, nel 2011 arriva la stella Michelin, poi meno di due anni fa inaugura Angelina a Bacoli.
È il quarto anno di fila che il riconoscimento nato nel 2017 dalla collaborazione tra la guida Rossa e la maison di Champagne rilanciata, nel Settecento, proprio da una donna (Barbe Nicole Ponsardin, la vedova Clicquot) va a chef particolarmente coraggiose, attive in territori difficili. La scelta ha dei contorni molto chiari: Marianna Vitale è stata nominata «Chef donna 2020 by Veuve Clicquot» dagli ispettori della Michelin per la sua tenacia con cui ha costruito un progetto di ristorazione di qualità al di fuori dei circuiti turistici della sua regione, grazie al suo spirito di avventura, al suo rigore e alla sua indiscussa leadership, ma anche per aver saputo leggere e dare nuova vita ad un territorio così complesso.