Benvenuti al nuovo appuntamento di “Napoli: Storia, aneddoti e curiosità”.
Nel luglio 1656 alcune navi, partite dalla Sardegna, portarono a Napoli, oltre che il loro carico, topi infetti.
In pochi giorni si diffuse la peste bubbonica che decimò il popolo napoletano.
Si tentò in vari modi di debellare la malattia con svariati rimedi, tutti inefficienti.
Si pensò addirittura di uccidere i topi, prendendo dei topi più grandi, affinché uccidessero i loro simili, mettendo del pepe nel deretano per incattivirli (da qui nasce una locuzione napoletana un po’ volgare “o ppepe ‘nculo ‘a zoccola”, usato per definire colui che istiga e sparge zizzania), ma il sistema del topo al pepe non funzionò.
Il 7 agosto di quell’anno, però, accadde un evento eccezionale, si festeggiava l’onomastico di San Gaetano e molti napoletani si recarono sulla tomba del beato Gaetano, pregando per la cessazione della pestilenza.
Dopo alcuni mesi, avvenne una pioggia torrenziale che allagò la maggior parte di Napoli, affogando tutti i topi nelle fogne; dopo poco la città fu dichiarata ufficialmente libera dalla peste.
L’anno successivo fu eretto a Napoli, dove tutt’ora si trova, un monumento a San Gaetano, sito nell’omonima piazza, voluto come voto per la scampata pestilenza e sul marmo della statua si legge, ancora oggi, in latino “Ad pestae liberatum”.
Saluti cordiali,
Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).