”La Dad e’ bocciata. A settembre tutti a scuola”, il coro unanime dei ‘No Dad’
Stamattina Napoli si e’ svegliata con circa 900 sagome di alunni e alunne affisse ai cancelli di alcune scuole e nelle strade del centro. L’iniziativa e’ stata realizzata la notte scorsa dai genitori ‘No Dad’ del gruppo ‘Usciamo dagli schermi’ che cosi’ hanno deciso di denunciare l’incremento del fenomeno della dispersione scolastica legata alla didattica a distanza a cui per molti mesi si e’ fatto ricorso in Campania.
Il giorno della protesta non e’ casuale, oggi a Napoli termina l’anno scolastico segnato, come confermano alcuni studi tra cui quello del Comune di Napoli, dall’abbandono della scuola da parte di centinaia di studenti che non hanno seguito le lezioni a distanza. Secondo Maria de Luzenberger del tribunale per i minorenni di Napoli, il dramma della dispersione scolastica creato dalla Dad segna 900 abbandoni in pochi giorni, contro le 400 segnalazioni del 2020 e le 800 dell’intero anno scolastico 2019. Il fenomeno, fotografato a livello internazionale con l’espressione “enfantes perduts” su Le Monde, e’ ancora più preoccupante perche’ si e’ registrato anche nelle scuole elementari, dove in passato l’evasione scolastica era stata ridotta al minimo.
”La Dad e’ bocciata. A settembre tutti a scuola” e’ il coro unanime dei ‘No Dad’ che denunciano: ”In questo anno e mezzo di pandemia, la scuola ha pagato il prezzo piu’ alto e il dramma della dispersione scolastica dovuto alla Dad in citta’ e’ stato fotografato a livello internazionale e denunciato da numerosi esperti”.
I genitori si augurano che ”mai piu’ si faccia ricorso alla Dad non solo per evitare che ci siano altri studenti dispersi ma anche per i costi sociali connessi quali l’aumento della disoccupazione e della criminalita’, per i danni alla vista e al sistema muscolo-scheletrico dei ragazzi e per l’aumento delle dipendenze dai dispositivi informatici, fenomeno – dicono – riscontrato anche nella prima infanzia”.
No alla Dad anche perche’ causa di ”marginalizzazione delle disabilita’ e per i costi e i carichi di lavoro che hanno pesato su lavoratori, famiglie e in particolare sulle donne; di perdita della privacy e del tempo libero dal lavoro e perche’ impedisce l’apprendimento con il corpo e di relazione, sostituito da un apprendimento che segue il modello uomo-macchina e – concludono – ancora No perche’ ha aumento i conflitti, la solitudine e l’alienazione”. E in vista del prossimo anno scolastico, le famiglie auspicano che “il vaccino non sia usato come arma di ricatto per garantire la scuola in presenza”.