NAPOLI – A presentare l’evento, il professor Pititto; a seguire, gli interventi del professor Arienzo e del professor Di Marco, nonché uno stimolante dibattito a conclusione dell’iniziativa. In Via Porta di Massa, nell’aula “Aliotta”, presso la sezione di filosofia della Federico II di Napoli, ieri pomeriggio Rino Malinconico, dirigente scolastico del liceo “Giordano Bruno” di Arzano, ha presentato il suo libro, La dialettica della Soggettività. Del testo, emblematico quanto caratterizzante è il sottotitolo, «diritto, morale, politica, conflitto rivoluzione – la costruzione umana dell’umano»: l’autore, attraversando il tunnel delle seguenti tematiche, ha voluto incidere dando un forte messaggio di attualità verso i suoi lettori. A presentare l’evento, il professor Rocco Pititto, detentore della cattedra di Filosofia del Linguaggio alla triennale di Filosofia, nonché di Filosofia della Mente presso la magistrale del suddetto corso di studi. Il docente, innanzitutto, ha introdotto i suoi colleghi, Alessandro Arienzo, divenuto proprio in questi giorni professore associato di Storia delle Dottrine Politiche e di Filosofia Politica, nonché Giuseppe Antonio Di Marco, insegnante di Filosofia della Storia, entrambi al Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II. Mentre il primo si occupa precipuamente di un percorso che, partendo dalla ragion di stato machiavellica, culmina nella più moderna governance, il professor Di Marco, autore del volume Costituzione, lotte sociali, riforma costituzionale, invece, si dichiara: «studioso di Marx ed Engels.» Malinconico, collocato esattamente tra i due fuochi, ha approfondito tanto Rousseau quanto la dottrina del “giacobinismo napoletano”. Con la sua opera, infatti, egli ha voluto sottolineare, all’interno del capitalismo, quelle contraddizioni apparentemente prive di fondamento, che trovano il loro fulcro all’interno della soggettività e nella relazione che questa ha con l’oggetto. Dopo la presentazione, ha preso la parola il professor Arienzo. Questi, oltre ad essersi particolarmente soffermato sullo stretto rapporto che intercorre tra individuo e società, ha poi ribadito l’importante ruolo dei filosofi nell’arte di governo oggi, su cosa significa fare politica ai giorni nostri. Per quanto concerne l’intervento del professor Di Marco, invece, la questione ha toccato subito i temi più scottanti: il confronto si è spostato direttamente su Marx e sull’attualità del suo pensiero. Ne è nato inevitabilmente uno stimolante dibattito, non limitato ad un colloquio tra il docente e l’autore del libro, ma esteso anche alla platea, rivelatasi entusiasta nel prendervi parte.
di Paolo Leardi