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Porta Stabia, le ultime ricerche sull’area delle tombe In antico, rifiuti urbani nei riempimenti del suolo Pubblicato nuovo E-Journal degli scavi

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Pubblicato oggi sul sito web del Parco Archeologico il nuovo e-journal dal titolo: Rubbish and public memory at the Stabian Gate: when archaeology defines an urban gateway. L’articolo, a firma William Van Andringa, Elsa Dias, Flore Giraud, Anne-Laure Bollen, Achille Bertrand, Victor Morcillo, Johannes Laiho, Henri Duday, Adrien Malignas, Audrey Pilon, Julie Rivière, Malina Robert, rientra tra i contributi sui progetti di ricerca e di indagine scientifica condotti dal Parco archeologico di Pompei in collaborazione con importanti istituti di ricerca nazionali e internazionali.
Tra il 2021 e il 2024 lo scavo delle tombe di M. Tullius e M. Alleius Minius, situate a Porta Stabia, ha permesso di studiare l’accesso alla città da questo varco e i suoi cambiamenti tra il II secolo a.C. e il periodo imperiale. È stato possibile identificare i riempimenti del II secolo a.C. formatisi con materiale proveniente dall’area di un corrispondente fossato dell’inizio del I secolo a.C..
Le trincee hanno rivelato che queste aree, situate a est della strada di accesso alla città, erano riempite di rifiuti urbani, prima della realizzazione di un piano di costruzione per ospitare i monumenti funerari della nobiltà cittadina, a partire da M. Tullius e M. Alleius Minius.
Il testo inglese dell’e-journal è stato rivisto da Talia Smith (Brown University). Il progetto dell’École française de Rome in collaborazione con l’École Pratique des Hautes études fa parte del programma di ricerca sulle necropoli di Porta Nocera e Porta Stabia.

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