POMIGLIANO D’ARCO – Potremmo commentare la notizia con un cinico: “Non si può neanche morire in pace”. La criminalità – purtroppo – è sempre nascosta dietro l’angolo. Cinque società e agenzie di pompe funebri dei Comuni di Pomigliano D’Arco e Casalnuovo sono state interdette tramite dei provvedimenti antimafia firmati dal prefetto di Napoli Claudio Palomba. La decisione è stata la conclusione di un lungo percorso di indagini condotte dai carabinieri e dal gruppo ispettivo antimafia attivo presso la Prefettura.
Gli accertamenti hanno evidenziato che le attività delle ditte sarebbero state a lungo condizionate dal clan camorristico dei Foria e dal boss Nicola. A quanto pare addirittura dal remoto 1986, attraverso diversi stratagemmi e prestanomi. In passato il comandante della polizia municipale di Pomigliano D’Arco, Luigi Maiello, aveva già posto sotto sequestro dei carri funebri.
Al momento il Comune di Pomigliano ha revocato le autorizzazioni alle imprese che hanno sede nel territorio. Pertanto, in caso di esigenza, i cittadini dovranno rivolgersi alle pompe funebri dei Comuni nei dintorni. Gli avvocati dei titolari delle aziende indagate si sono rivolti al Tar per la revoca del provvedimento. Nei prossimi giorni si terranno delle udienze in merito. Nel frattempo i cittadini chiedono la pubblicazione di elenchi di onoranze funebri nella provincia di Napoli che non siano corrotte, magari dai registri delle Associazioni Antiracket. Ciò con la speranza di impedire alla camorra di perpetuare il suo business sulle esequie e arricchirsi ulteriormente anche con la morte dei cittadini onesti.
Di Valentina Mazzella