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Palingenesi Tradizionale: il falso problema dello Scozzese

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Rapporti GOI e RSAA: un appello al buon senso

Mentre monta la polemica, riferita a quanto si voterà nella prossima Gran Loggia riguardo la definitiva revoca di ogni rapporto con il RSAA, si potrebbe ipotizzare una soluzione ispirata al buon senso, che non consentirebbe, peraltro, a chicchessia di nascondersi dietro pretestuose e fumose ragioni.

Tale tematica è oggetto da tempo di ampie discussioni che si riferiscono appunto al “destino” del Rito Scozzese Antico e Accettato.

L’origine del contendere è derivata da alcune modifiche del protocollo di intesa tra GOI e RSAA, introdotta in modo unilaterale dal Supremo Consiglio del Rito il 9 giugno del 2024, precedute, poche ore prima, dalla sospensione di quattro Membri Attivi, a quanto si sa neppure motivate in modo puntuale, che, viste le circostanze, secondo qualcuno sarebbero state finalizzate ad avere la maggioranza utile a far passare tali modifiche.

Modifiche, che in particolare, riguardano l’introduzione di previsioni che contrastano con quanto previsto ai punti 3, 4, 9 e 13 dei noti protocolli.

Tanto per meglio riflettere, vediamo partitamente cosa dicono questi articoli.

Articolo 2 – Il GOI consente ai propri Maestri Liberi Muratori, che siano regolarmente attivi ed in regola con il Tesoro della RL al cui piè di lista appartengono, di aderire al Rito, purché il Rito abbia altresì richiesto ed ottenuto dal GOI la certificazione che il Fratello abbia maturato un’anzianità nel grado di almeno un anno.

Articolo 3 – Il Rito si obbliga ad assumere i propri affiliati esclusivamente tra i Maestri Massoni aventi i requisiti di cui all’art. 2 che precede.

Articolo 4 – Il Rito si obbliga a non assumere tra i propri affiliati né profani, né iniziati in obbedienze libero muratorie non riconosciute dal GOI, né Maestri Liberi Muratori che non abbiano, o non abbiano più per qualsiasi causa, i requisiti di cui all’articolo 2.

Articolo 9 – Qualsivoglia provvedimento, ivi compresi quelli disciplinari anche provvisori o cautelari, che siano stati adottati dal GOI a carico dei Fratelli Liberi Muratori hanno immediatamente pari effetto ed esecuzione diretta all’interno e nell’ambito del Rito ·senza alcuna necessità di formale delibazione e/o recepimento e/o postilla da parte del Rito salva la presa d’atto da parte del Supremo Consiglio.

Articolo 13 – Il Rito conferma il proprio obbligo al rispetto ed all’osservanza di tutto il corpus normativo del Grande Oriente d’Italia e dei deliberati che promanano da Esso e/o dalla sua Struttura.

Pertanto, dette variazioni, permetterebbero, sostanzialmente, l’adesione al RSAA anche di soggetti non aderenti al Grande Oriente d’Italia, o che siano stati sospesi ed espulsi dallo stesso GOI, in aperto contrasto con l’art. 3 della Costituzione del GOI stesso, che recita:

Il Grande Oriente d’Italia consente ai propri Fratelli Maestri di aderire a quei corpi Massonici Rituali che traggano i propri iscritti esclusivamente fra i Maestri massoni appartenenti a Logge all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia e che si conformino al principio di esclusività territoriale di ogni denominazione”.

Conseguentemente è parso obbligato il Decreto n° 10/AS del 13 giugno 2024 con il quale il GOI ha sancito la sospensione di tutti i rapporti con il RSAA.

Omettiamo volontariamente ogni strascico successivo, comprese polemiche, per lo più anonime, e tutto il seguito caratterizzato da azioni giudiziarie.

Come pure non rammentiamo più di tanto protocolli, veri o presunti, stipulati con altre Obbedienze, proclami o disegni di fuga tanto invocati dai soliti canali anonimi.

La realtà ci dice che nella prossima Gran Loggia è all’Ordine del giorno, anche, la votazione per la definitiva revoca di ogni rapporto con l’RSAA.

Fermo restando che il Rito Scozzese ha violato le Costituzioni del Grande Oriente, allorché con la già citata deliberazione del giugno scorso, ha introdotto la possibilità di far aderire al Rito stesso soggetti non aderenti al Grande Oriente, perché il Rito non revoca tale delibera e quindi fa rientrare tale altrimenti insanabile problematica?

Se davvero l’oggetto del contendere è questo, è così difficile, magari con un po’ di buon senso, da parte del Rito pensare con serenità alla revoca di questo provvedimento?

Inoltre, per quel che concerne le decisioni da adottare in Gran Loggia, non sarebbe stato più opportuno, piuttosto che revocare definitivamente ogni rapporto tra GOI e RSAA, deliberare, anche se nella sostanza la cosa è equivalente, la sospensione a tempo indeterminato, fino alla auspicabile revoca di quelle modifiche unilaterali del protocollo apportate dal Rito?

Sarebbe servito sicuramente a circoscrivere il punto del contendere, che dovrebbe essere solo quello, e a evitare risoluzioni che non lascerebbero possibili spazi a ricomposizioni.

Perché, anche alla luce dei recenti pronunciamenti del Tribunale civile, un Corpo Rituale storico e importante come l’RSAA dovrebbe insistere nell’attaccamento ad un provvedimento che è così apertamente in contrasto con la Costituzione del GOI, che peraltro nella citata sentenza viene considerato comunque sovraordinato al Rito?

Tutti si riempiono la bocca di pretese “ragioni”, ma sarebbe l’ora di cominciare invece ad usare la “ragione”. In base alla quale, visto come stanno ora le cose, non si può che ipotizzare una revoca della delibera che ha causato questo grave vulnus.

Qualora ciò non venga fatto, non se ne comprendono le ragioni, al di là di puerili ripicche e sterili sofismi giocati sulla pelle di tanti Fratelli scozzesi che hanno intrapreso il percorso genuinamente e iniziaticamente e che vorrebbero solo riprendere i lavori.

Ciò sarebbe la prova che siamo di fronte a interessi e contrasti personali, che non possono albergare in un Ordine Iniziatico.

Come pure sta, altresì, a significare che è assolutamente necessario l’abbandono di conflittualità della specie, riconducendo la nostra azione nell’alveo dei valori tradizionali e iniziatici, compresi pure quelli ispirati al mai banale buon senso, per poi dare corso anche a quelle riforme che possano rimuovere i motivi che ci hanno contribuito ad originare una conflittualità di tale portata e del tutto fuori luogo.

Pertanto, è assolutamente necessario uscire da questa situazione.

In che modo? La risposta è molto semplice: il ritiro da parte dell’RSAA delle modifiche apportate al protocollo, che, come abbiamo detto, sono in aperto contrasto con la Costituzione del GOI.

Ci appelliamo, dunque, ai vertici del Rito Scozzese, chiedendo un atto di buon senso, un segnale di distensione, di ritorno a modelli di comportamenti consoni a chi ha intrapreso un cammino iniziatico.

Saremmo di fronte a un atto che potrebbe contribuire a riportare ordine e serenità.

La revoca di quelle modifiche potrebbe essere un punto di partenza per arrivare al superamento del punto all’ordine del giorno previsto in occasione della prossima Gran Loggia, che dovrebbe mettere ai voti la definitiva rottura dei secolari rapporti tra GOI e RSAA.

 Se ciò non fosse, le domande, però, sono: esiste ancora questo minimo di buon senso nella nostra obbedienza? Chi ha interesse ad andare allo “scontro finale” e, soprattutto, perché?

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