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PADRI E ALLATTAMENTO: UN BINOMIO POSSIBILE, ANZI VIRTUOSO

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Lo ha dimostrato vent’anni fa il pediatra napoletano Alfredo Pisacane, che ha promosso l’attenzione a questa pratica in Campania formando genitori e operatori; oggi i congedi di paternità obbligatori, caldeggiati dal progetto europeo Eminc attivo a Napoli, sono lo strumento ancora poco conosciuto e utilizzato che consentirebbe di fare il salto di qualità.

 

Come sono i padri di oggi? Alla vigilia di un altro 19 marzo è impossibile non chiederselo. Sicuramente sono maggiormente presenti e disponibili a farsi coinvolgere nella cura dei figli sin dai primi giorni: si vedono più di un tempo ai corsi pre parto, nel momento della nascita, alle visite pediatriche, nell’ambito dei servizi educativi. Non è solo un dovere, una necessità di condivisione della responsabilità genitoriale per alleviare il carico della madre e conciliare i suoi impegni lavorativi, ma anche un voler esserci e un volerlo fare in maniera diversa rispetto al passato. La ricerca ha tra l’altro dimostrato che il coinvolgimento precoce dei padri fa bene ai bambini e alle bambine, che presentano minori problemi in adolescenza, miglior successo scolastico e meno comportamenti violenti; fa bene alle madri, che si sentono supportate e sollevate dal peso di una gestione completamente sulle loro spalle; fa bene alla coppia, che vive complicità e non competizione, e fa bene ai padri stessi, che ne ricavano benessere. Anche l’immaginario collettivo, che è il luogo del cambiamento, si arricchisce di queste nuove presenze e aiuta i neopapà a sentirsi meno soli; l’unica situazione in cui forse si fa più fatica a immaginare un padre è nell’ambito dell’esperienza dell’allattamento, nonostante già vent’anni fa il pediatra napoletano Alfredo Pisacane, morto nel settembre del 2012, avesse dimostrato l’importanza fondamentale del loro ruolo nel successo dell’allattamento. Secondo Pisacane padri coinvolti sin dal principio, motivati e formati fanno la differenza e l’allattamento li riguarda, perché non è una semplice nutrizione, ma un’esperienza relazionale che genera complicità e alleanza con la compagna-madre e con il figlio/a. Per il bambino e la bambina è importante “sentire” che oltre alla madre c’è anche un’altra persona pronta a cogliere i suoi bisogni: aiuta a creare un legame che si rivelerà particolarmente importante in adolescenza. Di questo scrisse su “Pediatrics” vent’anni fa, per questo gli è stato dedicato il corso su “Promozione, Protezione e Sostegno all’allattamento materno” rivolto a tutti i professionisti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli con questa motivazione: “Maestro tenace e coraggioso che ha promosso in Regione Campania l’attenzione alla pratica dell’Allattamento Materno dedicandosi costantemente, con impegno e competenza, agli operatori, ai genitori e ai bambini”. Un percorso che prosegue tuttora e che ora può godere di uno strumento in più: i congedi di paternità obbligatori, fondamentali nel favorire il coinvolgimento precoce dei padri nella cura dei propri figli e che possono incidere anche sul miglioramento della durata dell’allattamento. A questo scopo Eminc (Engaging Men in Nurturing Care) — un progetto europeo che ha proprio l’obiettivo di promuovere il coinvolgimento dei padri nella crescita dei figli e principalmente nelle cure e nell’educazione dei bambini dal periodo prenatale fino ai primi 1000 giorni di vita, finanziato dalla OAK Foundation e coordinato in Italia dal Centro per la Salute delle Bambine e dei Bambini — sta lavorando su Napoli, in collaborazione con il Comune, l’Azienda sanitaria, l’Università, per aumentare il numero di padri che condividono la cura e che al momento in questo territorio sono ancora in numero inferiore alla media nazionale. Eminc desidera costruire una comunità più attenta e capace di coinvolgere e sostenere i padri sin dall’inizio, attraverso la formazione del personale sanitario ed educativo, la realizzazione di materiali informativi, l’analisi della realtà locale e l’attivazione di risorse in campo educativo. Infatti, solo comunità che danno ai genitori, e in particolare in questo caso ai padri, informazioni, risorse e opportunità sono in grado di sostenerli adeguatamente.

 

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