di Giovanni De Lisa
Spesso Napoli e i Napoletani tendono ad ammirare lo “straniero”, troppo spesso, non accorgendosi che molti artisti della propria città non ricevono i giusti meriti. In una serata di fine primavera Ivan Granatino riempie il lungomare liberato e regala insieme alla sua band una performance di livello, ospita il suo mentore Franco Ricciardi (doppio David di Donatello in due edizioni diverse) e cantano alcuni successi che ormai tutto lo stivale conosce, Ivan ha di recente pubblicato una cover di Gigi D’Alessio spiazzando tutti, si perché fare un tributo ad un artista ancora in vita non è abbastanza forte per il marketing o per la logica del Hype di cui la gente ormai è schiava. Il risultato è evidente però, in migliaia ricantano “Annarè” con lui, come cantano le sue di canzoni. La differenza tra il successo di Ivan ed altri è caratterizzato da una cosa, lui non ha una major alle spalle e non ha nessun supporto da gente di spessore del settore o qualche marchio famoso, lui è veramente indipendente, lui ha fatto veramente tutto da solo potendo contare solo sull’aiuto di un artista navigato come Franco Ricciardi che ha visto un talento in lui da quando era un ragazzino. Sempre per la stupida logica che porta la stampa e i media a non consacrare i Napoletani in questi giorni nessuno si è accorto che “Mamma Vita Mia” docufilm di Giuseppe Di Vaio (Regista) e Braian Anastasio (ideatore) ha vinto un premio in un importante Festival che si svolge a Monselice “Etno Film Fest”, all’interno di “Mamma Vita Mia” troviamo anche un pezzo di Franco Ricciardi nella colonna sonora insieme ad alcuni brani dei Fuossera, Pino Ciccarelli etc. Il film verrà proiettato in anteprima a metà settembre per tre sere in un cinema di Londra, questa può essere la conclusione. “Nessuno è profeta nella propria patria” ora che siate Cristiani o no dovrete accettare che forse Gesù non aveva tutti torti.
