Nasce l’Aiost, la prima Associazione Italiana Ostricari, con obiettivo di infondere la filosofia ed il racconto di uno dei prodotti più affascinanti e austeri della gastronomia mondiale, dopo quasi 2000 anni dalla scomparsa di Caio Sergio Orata, primo fra tutti ad inventare i vivai di ostriche ed il primo ad attribuire un ottimo sapore alle ostriche del lago Lucrino. I Romani furono grandi consumatori di ostriche e grandi esperti in materia, così patiti ed appassionati da distinguere le diverse impercettibili sfumature di profumo e sapore tra un esemplare e l’altro.
Riconoscere le ostriche, la loro diversa provenienza, in base al profumo, al sapore, all’indice di carne. Adottare la giusta conservazione. Servirle alla corretta temperatura. Sono queste, in sintesi, le caratteristiche che dovrà avere l’ostricaro ossia il professionista della degustazione dell’ostrica. Un po’ come accade per il vino, anche per questo mollusco bivalve, sarà possibile ora ricevere una corretta formazione in modo da consentire un consumo responsabile e consapevole.
È questo, in sintesi, l’obiettivo dell’Aiost, l’Associazione Italiana Ostricari, nata su iniziativa di tre grandi cultori della materia: gli imprenditori del settore alta ristorazione Daniele e Simone Testa e Alessio Cutino, CEO di attività ristorative.
L’associazione è stata presentata agli addetti ai lavori, oggi 19 aprile nella Sala Ostrichina della Casina Vanvitelliana di Bacoli (Real Sito del Fusaro), unitamente all’ambizioso progetto. Alla presentazione, moderata dalla giornalista Brunella Cimadomo, insieme al presidente e al vicepresidente dell’Aiost, Daniele Testa e Alessio Cutino, sono intervenuti: Josi Della Ragione sindaco di Bacoli, Luigi Manzoni sindaco di Pozzuoli, Antonio Limone Direttore Generale Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, Antonio D’Amore vicepresidente Fiaso, Federazione Italiana Aziende Sanitarie, Luigi Castellone direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Asl Napoli 2 Nord, Fabio Postiglione presidente OP Campi Flegrei; l‘imprenditore cultore dei Campi Flegrei Ciro Laringe e tanti altri protagonisti del territorio.
Lo scopo primario di qualificare la figura e la professione dell’ostricaro attraverso lo svolgimento di attività culturali e soprattutto garantendo la possibilità di una formazione specialistica attraverso la predisposizione di corsi capaci di trasferire ai discenti le competenze necessarie alla qualifica di ostricaro.
La formazione completa sarà articolata in un corso di tre livelli, visto l’incremento esponenziale negli ultimi anni del consumo di questo mollusco bivalve.
Quella figura naturalmente molto diversa da quella a cui la storia borbonica e del Regno ci aveva abituati dell’ostricaro “fisico” inteso come esperto del pesce e vicina invece a quella di esperto dei molteplici aspetti che riguardano l’ostricoltura.
Tema molto sentito è quello della sicurezza alimentare non a caso l’Aiost ha già firmato un protocollo d’intesa con l’Istituto Sperimentale Zooprofilattico del Mezzogiorno, guidato dal direttore generale Antonio Limone.