“ In occasione della festa del 25 aprile rilancio la proposta d’intitolare una piazza o una strada principale di Napoli ai Martiri di Cefalonia e Corfù, agli oltre diecimila soldati e ufficiali italiani che, nel lontano e sanguinoso settembre del 1943, 80 anni fa, decisero di resistere all’assalto tedesco, perdendo la vita in battaglia, così come già da tempo è stato fatto in tante altre città, tra le quali Bergamo, Catania, Genova, Pescara e Salerno “. E’ la proposta che Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, rinnova al sindaco di Napoli, Manfredi, in occasione della festa della liberazione.
“ Tempo addietro – afferma Capodanno – grazie al personale interessamento dell’allora Capo dello Stato, Ciampi, che ne fece esplicita menzione nel discorso pronunciato in ricordo della battaglia di Porta San Paolo, in quello che egli stesso definì il “viaggio della memoria”, l’eccidio di Cefalonia, dove era stata decimata la divisione Acqui, fu rimosso dall’oblio in cui era stato lasciato cadere per diversi decenni. In tempi più recenti, presenti i reparti della neo-ricostruita Acqui di S. Giorgio a Cremano e le maggiori autorità cittadine, nel Maschio Angioino è stata anche scoperta una lapide che riporta alla memoria il sacrificio dei soldati caduti “.
“ Da ricordare – continua Capodanno – anche il discorso pronunciato proprio a Cefalonia dall’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 25 aprile 2007, in occasione del 62° anniversario della liberazione, nel quale “raccogliendo l’ispirazione del mio predecessore Carlo Azelio Ciampi “, rese nuovamente omaggio ai combattenti ed ai caduti della divisione Acqui, affermando tra l’altro: “Ma non c’è polemica storiografica o pubblicistica, non c’è disputa sulle cifre o sulle persone, che possa oscurare l’eroismo e il martirio delle migliaia di militari italiani che scelsero di battersi, caddero in combattimento, furono barbaramente trucidati – soldati, ufficiali, generale Comandante – dopo la sconfitta e la resa, o portati alla morte in mare, o deportati in Germania. Una simile somma di sacrifici non potrà essere mai dimenticata dall’Italia, non potrà che riceverne sempre il commosso omaggio”.
“ Auspico – conclude Capodanno – che tale richiesta possa essere condivisa anche dalle famiglie, oggi riunite nell’associazione nazionale divisione Acqui, dei numerosi martiri napoletani che si immolarono per la patria nelle isole Ionie. Ritengo che sia il minimo che si possa fare in onore di questi italiani che, con il loro sacrificio, conferirono onore e lustro imperituro alla nostra nazione “.