di Mario Civitaquale
Napoli Ormai non è più un momento, un periodo, una crisi.
Il Napoli non c’è più.
Non reagirà mai.
Inutile il bastone, multe e ritiro punitivo.
Inutile la carota, i metodi morbidi di Ancelotti e la promessa di revoca delle multe.
Inutili i continui cambi di uomini e di modulo, la squadra è sempre più in confusione, priva di gioco, anima e idee.
Il Napoli non sa più vincere ed a stento pareggia. Non sa più giocare, non sa più difendere, non sa più attaccare.
Il Napoli non è più una squadra. Undici giocatori che ogni partita vanno in campo senza uno straccio di idea, schema, metodologia. E non essendo campioni, non riescono a vincere da soli senza uno spartito.
Inutile ribadirlo.
Il colpevole principe è Carlo Ancelotti.
Rispetto assoluto per il suo passato. Ma è l’allenatore che ha fatto peggio a Napoli, per qualità della rosa, dall’inizio dell’era De Laurentiis.
Non riesce a conferire un’ identità alla squadra, continua a cambiare e non indovinare le formazioni, non riesce a dare motivazioni. Praticamente è come se non ci fosse.
Le ha provate tutte ma ha ancora la costanza di non dimettersi, sebbene non sia mai riuscito ad incidere sul gruppo aggrappandosi a questa maledetta Champions dove il Napoli ha fatto bene.
Per giunta ha avallato o contribuito ad un mercato che dall’esterno sembrava buono, ma che si è rivelato illogico.
E qui veniamo alle presunte colpe di Giuntoli, a cui però ci si sente di dare tutte le esimenti del caso, fidandosi di un tecnico che ha vinto tutto ed agendo con i limiti posti da ogni parte dal presidente.
Tuttavia un dirigente della sua competenza doveva far presente alcune cose che chi non è interno al Napoli e non è stato in ritiro non poteva invece sapere e prevedere.
Innanzitutto è assurdo che il Napoli non abbia né un regista né un incontrista nè un mediano di rottura, eccettuato Allan.
Uno è poco e se si infortuna, come peraltro è capitato, rimanere scoperti in quel ruolo è una condanna a morte.
Hai voglia di giocare a 3 a 4 o a 5: né Zielinski, né Fabian, né Elmas hanno le caratteristiche giuste.
Altra assurdità: se Milik non dava garanzie fisiche, perché mai prendere Llorente se Llorente è quello che stiamo vedendo, un calciatore da minuti finali.
Il polacco è praticamente sempre ai box ed il Napoli si sta arrangiando con lo spagnolo che, dopo un buon inizio, è crollato e Mertens, che per tanti motivi, non può essere più il salvatore della patria.
Terzo errore pazzesco: Ghoulam
Che fine ha fatto? Perché è sempre rotto? Iniziare la stagione col solo Mario Rui era un rischio che puntualmente si è materializzato.
Il Napoli, che è già in confusione per un tecnico irriconoscibile, ha perso in questa prima parte di stagione gli unici tre calciatori per i quali, col senno del poi, non ha alternative: Mario Rui, Allan e Milik.
Ma “col senno del poi” può valere per chi è esterno alla società Napoli. Per gli interni, tecnico, staff e dirigenti, le carenze d’organico e le condizioni fisiche devono essere condizioni note.
Anche De Laurentiis non è esente da colpe. Vero sta gestendo il Napoli come una imprese perfetta, regalando anche piccole soddisfazioni sportive. Vero ha speso bei soldoni quest’estate.
Ma continua a sbagliare il modo delle dichiarazioni ed ora, che il Napoli sta affondando, è completamente assente.
Infine la colpa non può non essere anche dei calciatori.
Al di là dell’episodio gravissimo dell’ammutinamento e della confusione tattica creata dal tecnico, hanno dimostrato di non saper (o voler) giocare senza uno spartito chiaro e compiti precisi.
Ma cosa ben più grave hanno dimostrato scarsa personalità e orgoglio. Praticamente non reagiscono mai.
Tanti colpevoli ed una sola vittima: i tifosi napoletani che si stanno via via allontanando visto il “disgusto”, passate il termine, che provocano le performance del Napoli.
Ad una città che vive di calcio, le si sta togliendo il piacere più bello.