Napoli – Napoli corsaro a San Siro, primi trenta minuti da incorniciare, uno-due Insigne-Callejon e Milan domato, con la partecipazione di uno straordinario Mertens che poi sbaglia il più facile dei gol.
Soliti errori difensivi e rete della speranza di Kucka, ma i tre punti per gli azzurri restano.
Sono tre punti pesantissimi.
Innanzitutto consentono di non perdere terreno sulle avversarie, che precedono e seguono.
Si tratta poi di una vittoria di forza, su un campo difficile, con un avversario che non muore mai; e quindi di un chiaro messaggio alle rivali.
Ma l’importanza del successo in terra rossonera aumenta esponenzialmente considerando che, di fatto, si trattava di uno scontro diretto. Infatti, sebbene il gap di qualità tra Milan e Napoli è sostanziale, la squadra di Montella, con grinta e buone individualità, insidia la zona Champions.
Scontro diretto, dunque, nel campionato “degli scontri diretti”.
Quest’anno infatti, molto più che gli altri anni, si sta assistendo a un fenomeno che sicuramente non depone a favore della beneamata Serie A.
Attesa l’evidente differenza di valori tra Palermo, Crotone e Pescare, da un lato, e tutte le altre, dall’altro, ormai si lotta esclusivamente per l’Europa; la Juve infatti, nonostante non sia brillantissima, lo scudetto può solo perderlo.
Ci sono quindi Roma, Napoli, Inter, Lazio, Milan e Fiorentina e forse anche Torino ed Atalanta che si contendono le qualificazioni europee, Champions o Europa League che sia.
Restano pertanto ben undici squadre che o non lottano per nulla, con motivazioni che possono durare fino al primo gol subito, o, seppur in zona retrocessione, non hanno la forza per salvarsi. Un tempo vincere a Chievo, Udine o a Marassi con le due genovesi non era scontato…
Ne deriva un campionato dove le prime sette, otto squadre sistematicamente fanno tre punti quando non si scontrano fra loro. E quindi l’importanza assoluta degli scontri diretti.
Doppia impresa dunque del Napoli che, è bene sottolinearlo, quest’anno raramente ha potuto contare sull’intera rosa, mancando a turno calciatori fondamentali come Albiol, Milik, Koulibaly, Ghoulam e lo stesso Chiriches, più affidabile dei nuovi arrivati.
Ancora più rilievo al colpaccio di San Siro.
di Mario Civitaquale