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Napoli, pistola in pugno rapinano bici elettrica a rider

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Borrelli e Simioli: “Riders rischiano la vita per pochi euro e sono ormai bersaglio preferito di criminali senza scrupoli”

Lo scorso 24 luglio intorno alle ore 21 in corso Arnaldo Lucci, a Napoli, un rider è stato fermato da due criminali che, pistola in pugno, gli hanno tolto la bici elettrica che utilizzava per le consegne. Dopo aver pedinato la preda, i rapinatori hanno atteso che scendesse per una consegna e sono entrati in azione. La vittima ha sporto denuncia in Questura e ha chiesto di visionare le telecamere di sicurezza di una agenzia di scommesse che si trova proprio nel punto dove ha subito la rapina.

La vittima: “Sono stato pedinato e poi aggredito quando non potevo più scappare. Ora mi restano le rate da pagare a vuoto e giro con questo caldo con una bici normale senza pedalata assistita”

“I riders rischiano la vita per pochi euro e sono diventati il bersaglio preferito di criminali senza scrupoli che non esitano a puntargli un’arma contro per rubare lo scooter o la bici elettrica. E tutto ciò accade nonostante le severe condanne, dieci anni di carcere, per aggressori di Calata Capodichino che picchiarono selvaggiamente il rider Gianni Lanciato” hanno dichiarato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, e il conduttore radiofonico Gianni Simioli che hanno ricevuto la richiesta di aiuto da parte di M.M. affinchè la Polizia proceda subito a reperire le immagini della telecamera a circuito chiuso che potrebbe aver ripreso i due malviventi che hanno agito a volto scoperto.

“Chiediamo alle forze dell’ordine di attivarsi con la massima celerità per ritrovare la bici elettrica e per assicurare alla giustizia i due delinquenti. Questi fenomeni, sempre più ricorrenti e violenti, stanno diventando una vera e propria piaga per la città. E’ vergognoso solo pensare di rubare uno scooter o una bici a un rider. Significa non solo togliergli il mezzo, ma levargli anche il lavoro. Nel caso di Calata Capodichino, Gianni ha trovato la solidarietà di un’intera città. Speriamo che lo stesso accada anche in questo caso. Aiutiamo M. a ritrovare la sua bici per la quale, nel frattempo, continua a pagare le rate ”.
“Sono stato prima pedinato – ha dichiarato M.M. vittima della rapina – e poi quando sono dovuto scendere dalla bici al corso Arnaldo Lucci per effettuare una consegna mi hanno affiancato pistola in pugno. A quel punto non potevo più fare niente e ho dovuto dargliela. Adesso mi restano le rate da pagare a vuoto e, nel frattempo, ho recuperato una bici senza pedalata assistita per poter continuare a lavorare. Ma con questo caldo è davvero dura. Spero proprio che riescano a trovarli insieme alla mia bici che mi è costata davvero tanti sacrifici”.

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