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Napoli: migliaia di lavoratori in piazza per protestare. In testa al corteo gli operai della Whirlpool

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Ph. Fabio Sasso/FPA

Napoli – la vertenza Whirlpool ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Migliaia di lavoratori – oltre 7000 secondo le stime – sono scesi oggi in piazza per protestare contro la deindustrializzazione della regione che sta lentamente disintegrando il settore terziario.

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Secondo gli allarmanti numeri diffusi da Cgil, Cisl e Uil, animatori della protesta di oggi, la sola area della Città Metropolitana negli ultimi dieci anni ha perso circa il 40% della sua capacità produttiva industriale. Migliaia di lavoratori hanno perso il lavoro o sono in lotta, al pari dei lavoratori Whirlpool, per la sopravvivenza.

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Una bomba sociale che rischia di abbattersi come una scure sul già fragilissimo equilibrio socio-economico di una regione, la Campania, che da sempre ha fame di lavoro e che negli ultimi anni è stata protagonista di un lento stillicidio di lavoratori giovani – spesso giovanissimi – trasferiti al nord o all’estero. Insieme alle migliaia di lavoratori sono scesi in piazza anche i sindaci dell’area metropolitana capeggiati dal sindaco Luigi de Magistris.

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La vertenza Whirlpool, infatti, è solo una delle tantissime vertenze che in questi mesi stanno scuotendo il territorio. Basti pensare alle spinose vertenze sindacali che vedono coinvolti i lavoratori del settore meccanico nell’area vesuviana. Accanto ai lavoratori anche una rappresentanza di commercianti che, negli scorsi giorni, ha lanciato una campagna contro la vendita di elettrodomestici Whirlpool. Campagna che, a giudicare dai risultati, sembra aver fatto la sua parte per far recedere – almeno temporaneamente – la multinazionale dai suoi propositi di chiudere lo stabilimento di Napoli. «La decisione di sospendere la dismissione della fabbrica di Napoli ci ripaga della lotta di questi giorni – hanno spiegato i lavoratori della Whirlpool scesi in piazza compatti e “armati” di un grosso ed emblematico manichino crocifisso – ma non ci basta. Vogliamo rassicurazioni sul nostro futuro e sul futuro delle nostre famiglie. Abbiamo dato tanto, abbiamo competenze e abbiamo voglia di lavorare – proseguono – non ci fermeremo di fronte ad un parziale dietro-front. Vogliamo continuare a produrre lavatrici a nella nostra città». Il corteo, partito da piazza Mancini, si è snodato per le vie della città e ha raggiunto in circa tre ore piazza del Gesù, dove i rappresentanti sindacali hanno tenuto i loro comizi.

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«Il lavoro si riprende la scena – ha spiegato Walter Schiavella della Cgil – Napoli non molla ed è determinata a difendere la sua storia industriale e i suoi lavoratori. Napoli resiste e resisterà, obbligando la Whirlpool a rispettare gli accordi siglati con il governo. Non si dovrà perdere nemmeno un posto di lavoro». Il sindaco de Magistris ha sottolineato l’importanza degli incontri della prossima settimana con il Governo che stabiliranno in via definitiva il futuro della Whirlpool e dei 420 lavoratori – a cui si aggiungono quelli dell’indotto – che attendono di conoscere il loro destino. «E’ una lotta unita che si fermerà solo quando avremo raggiunto l’obbiettivo, e cioè la vittoria – ha commentato il primo cittadino partenopeo – il 7 novembre c’è un incontro con il Presidente del Consiglio e gli rappresenteremo che questa è una vertenza della città. Non vincere questa partità è un attacco alla città di Napoli. La decisione di prendere tempo è frutto della lotta che si sta mettendo in campo anche a Napoli ma non ci accontenteremo dell’interruzione momentanea di una cronaca di morte annunciata. La prossima settimana chiederemo al Governo un impegno concreto per questi lavoratori e per la nostra città».

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