Home Cronaca Napoli, maxi frode carosello nel settore hi-tech: sequestrati beni per 16 milioni

Napoli, maxi frode carosello nel settore hi-tech: sequestrati beni per 16 milioni

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A muovere le fila del “carosello” un imprenditore e un commercialista partenopei con un giro di fatture di oltre 200 milioni di euro. Denunciate 19 persone. Morra: “Inasprire le senzioni per reati fiscali”

Al termine di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – Terza Sezione criminalità economica ed informatica, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, ha eseguito, tra le regioni Campania, Lazio, Molise e Lombardia, un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni del valore di circa 16 milioni di euro. La misura cautelare patrimoniale e’ stata adottata dal GIP del Tribunale di Napoli al termine di una complessa attività investigativa, anche di natura tecnica, nel settore del commercio di prodotti tecnologici ed informatici, che ha portato il 1 Nucleo Operativo Metropolitano al sequestro di disponibilità finanziarie presenti su conti correnti, beni immobili, automezzi, quote e partecipazioni societarie, considerati profitto illecito della frode fiscale.

Gli accertamenti di natura economico-finanziaria – spiega la Finanza – hanno preso le mosse dall’approfondimento di una richiesta di mutua assistenza amministrativa in materia fiscale pervenuta dall’Organo collaterale olandese, tramite il Comando Generale – II Reparto del Corpo, ed hanno documentato l’esistenza di un sodalizio criminale che ha ideatouna complessa frode nel settore della compravendita di prodotti informatici ed elettronici (smartphone e tablet Apple/Samsung/Huawei, personal computer e relativa componentistica, console Xbox 360/One, Sony Ps4, Nintendo Wii e connessi accessori/videogiochi, smart TV Samsung/LG, sistemi di memorizzazione esterna USB/SSD/microSD ecc.), mediante la creazione e l’interposizione fittizia di svariati soggetti economici (societa’ cartiere), finalizzata all’evasione dell’imposta sul valore aggiunto nazionale e comunitaria, secondo il noto meccanismo delle “frodi carosello“.

Nello specifico, gli acquisti intracomunitari sono stati effettuati da fornitori con sede in Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna ed Ungheria. Complessivamente, sono state denunciate 19 persone responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed omessa dichiarazione.

Al muovere le fila del “carosello” un imprenditore e un commercialista partenopei che  attraverso sedici società hanno messo in piedi una maxi evasione fiscale, con un giro di fatture per operazioni inesistenti, in emissione ed utilizzo, per un ammontare, dal 2015 al 2018, superiore ai 200 milioni di euro. Infine, dalle indagini e’ emerso come il libero professionista promotore della frode carosello si dedicasse anche alle indebite compensazioni di crediti inesistenti, che ammontavano a circa mezzo milione di euro e venivano effettuate attraverso modelli di pagamento F24 presentati direttamente in banca oppure utilizzando i servizi di home banking.

“I crimini fiscali meritano un trattamento ben diverso da parte del nostro ordinamento. Anche perché chi fa queste cose non evade per ‘bisogno’, per ‘necessità’, evade perché vuole fregare il cittadino onesto che paga le tasse, ritenendolo fesso, e la società di cui è parte, sottraendole risorse necessarie per farla sopravvivere e crescere. Chi antepone il proprio individuale interesse ai diritti del gruppo di cui è parte non ha un’idea corretta della comunità. Il Governo deve revisionare la normativa in materia di reati fiscali sanzionando più pesantemente questi reati”. Così Nicola Morra, senatore M5S e presidente della commissione Antimafia, commenta l’operazione.

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