di Mario Civitaquale
Napoli Si dice che le amichevoli estive servano proprio per testare i calciatori, oltre che la condizione della squadra.
Che sia utili per capire chi possa far parte della rosa per l’anno calcistico successivo.
Per capire cosa serve, dove intervenire sul mercato e con quale modulo giocare.
Quanto mai vero nel caso del Napoli.
Le ultime tre amichevoli, internazionali, di lusso, hanno mostrato un Napoli in palla e capace di affrontare a viso aperto compagini del calibro di Barcellona e Liverpool.
Gli azzurri hanno mostrato per la gran parte una buona condiziona fisica e un assimilazione pressochè totale degli schemi di Ancelotti.
Manovra fluida, più soluzioni offerte al portatore di palla di turno, movimenti e sovrapposizioni coi tempi giusti, sinergia nella linea difensiva.
Ma ha anche mostrato che spesso nel giudizi affrettati ci si sbaglia.
Scetticismo e critiche hanno accompagnato l’arrivo di Di Lorenzo, soltanto perché prelevato dall’Empoli, e quello di Elmas, per molti sconosciuto.
Il terzino si è fatto valere sia nella fase difensiva, con ottime coperture e diagonali, sia in quella offensiva, con buona capacità di dribbling e di cross e soprattutto di appoggio alla manovra.
Il centrocampista macedone ha invece subito mostrato grande personalità, nonostante la giovane età, un piede fino unitamente alla visione di gioco e la capacità di sradicare palla all’avversario. Un profilo completo che può solo crescere.
Le amichevoli hanno dimostrato inoltre come due elementi ad un certo punto balzati sul mercato, in realtà, possono tranquillamente starci nella rosa del Napoli: Maksimovic e Mario Rui.
Ma ecco le note dolenti: il Napoli ha sia un problema con l’ultimo passaggio, sia con “chi la butta dentro”.
A parte gli inserimenti dei mediani e il solito attacco da sinistra di Insigne, il Napoli, che pur crea moltissimo, mostra difficoltà nella finalizzazione della manovra.
E allora due le soluzioni: o un profilo che salta l’uomo alla Lozano o un regista avanzato capace di disegnare calcio alla James. Entrambi inoltre garantirebbero un buon bottino di gol.
Ma giù la mani da Milik!
Che passi come una battuta. Il polacco sconta i suoi centimetri.
Il fatto che abbia un fisico poderoso e un altezza che sfiora il metro e novanta, porta tutti ad identificarlo come prima punta.
Ma lui prima punta non è. Non ne ha tutti i movimenti, né il cinismo sottoporta.
Ma ad averla una seconda punta così: tecnica, fisico, capacità di realizzazione pari a 20 gol a stagione, sacrificio, assist.
Milik non si tocca.
Ma non va considerato centravanti puro.
E allora o il Napoli prende Lozano con James e davanti può giocare chiunque con gli assist che arrivano.
Oppure, in un modo o nell’altro, va convinto Icardi.