Home Cronaca Musicista ucciso a Napoli, Don Mimmo Battaglia: “L’ennesimo figlio di Napoli colpito senza motivo”

Musicista ucciso a Napoli, Don Mimmo Battaglia: “L’ennesimo figlio di Napoli colpito senza motivo”

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Funerali di Giovanbattista Cutolo. Ph Fabio Sasso/Flash Press Agency F.P.A.

Battaglia: “Perdonaci tutti Giogiò perché quella mano l’abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, le promesse non mantenute, i proclami, i post e i comunicati a cui non sono seguite azioni”

Si sono svolti oggi nella Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, i funerali di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni, ucciso a colpi di pistola in piazza Municipio lo scorso 31 agosto da un ragazzo di 17 anni. La chiesa gremita da tanti amici di Giogiò, musicisti e comuni cittadini. Ai piedi dell’altare è stato esposto anche uno striscione del teatro San Carlo.

Presenti alla cerimonia, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Molti gli esponenti delle istituzioni, come Antonio Bassolino, gli ex ministri Roberto Speranza e Sergio Costa, i parlamentari Borrelli e Patriarca, e della Cultura come Maurizio De Giovanni. Sul muro della scuola ‘Foscolo’, adiacente alla chiesa, è stato affisso lo striscione ‘Adesso suona con gli angeli. Ciao Giogio’ ‘.

Molto toccante l’omelia funebre del vescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. “L’ennesimo figlio di Napoli ucciso senza alcun motivo dalla mano di un altro figlio di questa stessa città: non vorrei essere qui. Non vorrei essere qui, non per sottrarmi al dolore di genitori, amici, parenti e familiari che lo piangono con il cuore straziato – ha affermato – avrei voluto parlare con lui, più che parlare di lui”.

“Fratello e figlio mio, prega per questa tua città ferita, per questa nostra amata Napoli che come una madre negligente non ha saputo custodirti e difenderti – ha detto commosso don Mimmo Battaglia- prega per lei e rendi inquiete le notti di chi, anche come me, in vari ambiti, livelli e ruoli, occupa posti di responsabilità: che la tua dolce musica divenga per tutti noi uno squillo potente capace di destare i nostri cuori assopiti e di restituirci al nostro compito più urgente: disarmare Napoli, educare Napoli, amare Napoli”.

Perdonaci tutti Giogiò – ancora l’arcivescovo – perché quella mano l’abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, le promesse non mantenute, i proclami, i post e i comunicati a cui non sono seguite azioni”.

Napoli, ha bisogno di giustizia, di pace, di vita, di speranza, ha bisogno di voi. I sogni, i desideri, le speranze di Giogiò da oggi camminano sulle vostre gambe. Le sue note, la sua melodia e la sua musica da oggi devono vibrare ancor di più sulle corde e nell’aria dei vostri strumenti. I suoi occhi, il suo nome, il suo volto devono essere scolpiti e custoditi nel cuore e nella mente di tutti noi adulti, come monito, richiamo, tormento affinché il male non continui a ripetersi, affinché un freno venga messo alla violenza e al terrore”.

Un caloroso e lungo applauso ha concluso l’omelia dell’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia e l’Inno alla Gioia eseguito dai musicisti dell’Orchestra Scarlatti e del Conservatorio di San Pietro a Majella hanno accompagnato l’uscita della bara bianca portata in spalla dagli amici di Giogió. Fuori la chiesa, in piazza del Gesù, migliaia di persone hanno seguito il rito funebre da un maxischermo e all’uscita del feretro hanno accompagnato il carro funebre con un lunghissimo applauso.

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