Napoli – In prossimità della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre, che dal luglio del 1993 è diventata anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea, sembra quasi paradossale pensare che in Italia, “considerato” uno dei Paesi maggiormente attivi riguardo la disabilità, secondo recenti dati Istat, degli oltre 3 milioni di persone che vivono con gravi disabilità, solo 1,1 milioni percepiscono un’indennità di accompagnamento. A queste si aggiungono i 200 mila adulti che vivono ancora in istituto o in una Residenza sanitaria assistita e le persone che di fatto vivono segregate in casa, per assenza magari di un’ ascensore o per la presenza di insormontabili scalini o perché semplicemente soli. In Italia, inoltre, lavora meno di un disabile su cinque (il 19,7% delle persone con disabilità grave nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni), il che vuol dire che oltre l’80% dei disabili non lavora: di questi il 46% ha lasciato il lavoro, il 10,5% è in cerca di occupazione e il 23,9% non cerca un lavoro. L’Italia spende poco per la disabilità: 430 euro a persona (dati Eurostat), posizionandosi al di sotto della media europea (538) nella parte bassa della classifica. La spesa media annua dei Comuni per disabile è inferiore ai 3.000 euro l’anno con una spesa giornaliera di 8 euro e con profonde disparità territoriali: 469 euro in Calabria, 3.875 in Piemonte. Il 70% delle famiglie non fruisce di alcun servizio a domicilio e solo meno di 7 disabili su 100 contano su forme di sostegno presso la propria abitazione lasciando le famiglie da sole a fronteggiare la disabilità del loro caro. Napoli, tra molte altre città non solo del Mezzogiorno, fornisce un quadro esplicativo, da noi in più di una volta evidenziato e messo a nudo una situazione che non garantisce ai disabili nemmeno i servizi fondamentali: trasporto e l’assistenza materiale all’interno delle scuole. L’ On. Mara Carfagna con uno sguardo critico verso un welfare assente ha affermato “Per provare a invertire la rotta abbiamo ritenuto giusto presentare due emendamenti alle legge di bilancio” ma di fatto gli emendamenti per ora sono stati accantonati. Si direbbe, quindi, che allo stato dei fatti dovremmo solo affidarci a San Gennaro! Come italiano, come napoletano e come disabile, mi auguro che il Governo possa, prima o poi esprimersi favorevolmente e che i nostri deputati, quelli che nelle campagne elettorali fanno della disabilità il mantello dei “supereroi” , vogliano battersi con l’unico scopo di dare un supporto veramente concreto agli italiani affetti da disabilità, e alle loro famiglie. Con forte rammarico mi rendo conto che ancora una volta considerati “gli ultimi”, quelli che però non saranno mai “primi”, non in questa vita…semmai ne esistesse un’altra.
Di Giuseppe Musto