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METAMORFOSI NAPOLI, ASPETTIAMO DOMENICA

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Napoli Da Napoli-Sassuolo a Cagliari-Napoli sono trascorsi soltanto 14 giorni. Eppure gli azzurri sembrano una altra squadra.

Di nuovo sinergie e corsa, riecco le tre soluzioni per il portatore di palla, tornate le sovrapposizioni perfette, rifiorito il bel gioco accompagnato dalle valanghe di gol.

Si perché contro Inter, Benfica e Cagliari il Napoli ha messo a segno ben dieci gol, subendone soltanto uno, peraltro su errore difensivo.

Sembra tornato il Napoli di Sarri.

Ma è realmente così?

Si è più volte scritto che il gioco del tecnico toscano per funzionare alla perfezione richiede la presenza in campo di un centravanti di ruolo, un attaccante “alla Milik”, fermo ancora ai box.

Invece il Napoli con Gabbiadini in campo nelle ultime tre partite ha messo ha segno quattro gol; con Mertens falso nueve addirittura sei, quattro soltanto del belga.

Si è sottolineata a più riprese l’inadeguatezza al gioco di Sarri di entrambi i calciatori nel ruolo di prima punta. E allora perché il Napoli è rinato?

Innanzitutto va evidenziato l’atteggiamento in campo degli azzurri; tutti corrono per gli altri, si aiutano, si avvicendano, si sovrappongono, si scambiano la posizione, annichilendo totalmente l’avversario di turno.

Questo atteggiamento era scomparso: dal secondo tempo con la Lazio fino al match pareggiato al San Paolo col Sassuolo, passando per le pessime prestazioni di Udine e con la Dinamo Kiev, gli uomini di Sarri apparivano poco decisi, “slegati”, a tratti svogliati e leziosi.

Il Napoli appare ora di nuovo vivo, ligio nell’applicare gli insegnamenti di Sarri.

Ma attenzione, seppur tutto vero quanto detto, va posto l’accento sul valore e modo di stare in campo degli avversari.

L’Inter, sebbene mostruosa in valori assoluti, è stata schierata da Pioli nel peggiore dei modi possibili con un atteggiamento ultra-offensivo e nessun uomo in interdizione.

Benfica e Cagliari invece sono inferiori al Napoli almeno di una categoria e ciononostante hanno optato per una partita poco accorta, lasciando spazio alla maggiore qualità dei partenopei.

Pertanto il Napoli ha sì ripreso a “correre”ma va anche valutato l’avversario.

Banco di prova sarà dunque il prossimo match, il più difficile almeno sulla carta, attesa la forza del Torino e la bravura del suo tecnico.

Serve quindi la stessa cattiveria ed intensità che il Napoli ha messo nelle ultime tre partite. Serve scendere in campo con decisione e determinatezza. Per dirla con un motto “va preso il Toro per le corna”.

di Mario Civitaquale

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