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“Margherita delle stelle”, la Margherita Hack di Cristiana Capotondi: anticonformista, testarda e tenace

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RECENSIONE – Un giorno Margherita Hack disse: “Alle donne dico di non sentirsi mai inferiori e di procedere come ho sempre fatto io: combattive, piene di fiducia in se stesse e rispettose di colleghi o avversari, ma intransigenti di fronte a qualunque sottostima del loro lavoro”. Ed è molto su quest’idea che è improntato il film “Margherita delle stelle”. La pellicola è stata trasmessa lo scorso martedì RaiUno ed è attualmente disponibile nell’archivio digitale di RaiPlay.

Si tratta di una produzione per la televisione scritta da Monica Zapelli e diretta dalla regia di Giulio Base. La sceneggiatura è liberamente ispirata al libro “Nove vite come i gatti” (Rizzoli) di cui l’astrofisica fu autrice insieme al giornalista Federico Taddia. Lungo la narrazione emergono diverse sfaccettature che hanno caratterizzato la vita della Hack: l’essere vegetariana da sempre, il non aver mai mangiato la carne, la sua forte razionalità e il suo ateismo, la passione per gli sport, il suo percorso di studi e la sua storia d’amore con Aldo De Rosa. Grazie soprattutto al seme dell’educazione dei suoi genitori, Margherita Hack è cresciuta anticonformista, testarda e tenace.

Sono questi gli aspetti messi in evidenza da una diegesi e un montaggio lineari, puliti, senza sbavature. Cristiana Capotondi nel ruolo di protagonista rende l’essenza del forte temperamento dell’astrofisica. È ribelle, fiera, orgogliosa. Una performance credibile. Convince anche l’accento fiorentino dei dialoghi, almeno all’orecchio dei non toscani. Negli ultimi giorni l’attrice è stata ingiustamente al centro di una piccola polemica per aver dichiarato in un’intervista: “L’unico aspetto della Hack che non sono riuscita a interpretare è il suo ateismo, anche se alla fine per lei la risposta Dio era solo una risposta troppo facile”.

L’opinione di molti sosteneva che saper recitare significhi proprio esser capaci di fingersi anche qualcuno del tutto diverso da sé: concetto effettivamente vero. Fatto sta che la Capotondi è riuscita appieno in ciò. Non ha portato in scena una donna credente. Ha semplicemente condiviso con il pubblico una sua sensazione, un suo timore, un disagio intimo da lei vissuto sul set. La disputa è quindi davvero irrisoria. Il risultato è stato molto più che buono. Tra l’altro, nonostante abbia 43 anni, l’artista appare perfetta anche nel ruolo della Hack liceale! Fresca e giovane anche dopo trent’anni di carriera.

“Margherita delle stelle” è un film che non racconta agli spettatori soltanto una storia. Non riassume banalmente la vita di una persona e basta. Non trascura i riferimenti al contesto storico e alla piaga del fascismo in Italia. Attraverso la vicenda umana della scienziata Margherita Hack, il lungometraggio riflette in particolare sulla condizione della donna nella società. Apre lo sguardo sulle molteplici imposizioni della convenzione e anche sugli autoconvincimento spesso delle stesse donne. Tutti fattori che contribuiscono a tarpare le ali del potenziale femminile. Zavorre di cui bisogna disfarsi per inseguire la vera libertà di pensiero e l’autorealizzazione della persona. 

Di Valentina Mazzella

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