NAPOLI – Venerdì 20 marzo alle 17 presso A.S.C.I. (piazza Trieste e Trento, 48) si terrà la presentazione dell’e-book di Luisa Maradei Mamma, ho dato un’idea” Viaggio imperfetto tra pappe, pannolini e Peppa Pig. Con l’autrice interverranno lo psicologo Giuseppe Errico e la sociologa Sabrina Casaretta. Introduce l’incontro la giornalista Roberta D’Agostino. L’e-book ironico della giornalista-mamma Luisa Maradei per calarsi con allegria nel mondo dell’infanzia e lasciarsi cullare dalla sorprendente fantasia dei bambini. C’è Peppa Pig con le sue immancabili pozzanghere di fango, ma ci sono anche le mamme WhatsApp sempre pronte a scambiarsi messaggini sulle feste di compleanno, le recite di fine anno e il menù scolastico. Ci sono pannolini da cambiare, pappe da preparare e febbroni da cavallo che allettano i bambini e mandano in ansia i genitori. C’è l’arrivo del fratellino (“deve stare poco o tanto?”) vissuto come un ospite temporaneo, c’è Pippo pupazzo preferito, inseparabile compagno della nanna e poi l’incubo dello shampoo affrontato con la rassegnazione di un condannato al patibolo. C’è la cacca, il vasino e la privacy che, prima o poi, arriva…con il passare degli anni! Ci sono i tanti perché dei 3 anni rivolti a mamme e papà spesso increduli e disarmati davanti a una valanga di fantasia che stravolge qualunque senso logico ma anche l’emozione del grembiulino rosa a quadretti nel primo giorno di scuola. C’è la vita, il racconto quotidiano del farsi “mamma” nell’e-book della giornalista Luisa Maradei “Mamma, ho dato un’idea. Viaggio imperfetto tra pappe, pannolini e
Peppa Pig” (Edizioni CentoAutori, maggio 2014), intenzionata a catturare la leggerezza dell’infanzia snocciolandola nei tanti episodi che vedono protagonista la figlia Giulia. Quattordici capitoli per altrettante istantanee, simboliche non esaustive, su un mondo nuovo che si schiude ad ogni parto. Nessuna certezza, totale assenza di pregiudizi, diffidenza verso pretese verità assolute e molta allegria nell’imparare il difficile mestiere di genitore. E un solo consiglio: inforcare le lenti giuste, quelle di una bambina “Il che vuol dire approfittare – come scrive la giornalista Titti Marrone nella prefazione – della contiguità con quel piccolo essere per
calarsi nel suo mondo, guardarlo con i suoi occhi. Vivere la vita, per così dire, “ad altezza di bambino”, in un benefico scambio che via via porterà anche la madre, con il padre, a un arricchimento utilissimo anche a chi abita il mondo adul-to. E sarà insieme impareggiabile potenziamento conoscitivo e cemento relazionale”.