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L’otto marzo: la donna “fauna speciale”?

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Oggi è l’otto marzo, la festa della donna. Si potrebbe sperimentare un gioco, raccogliere una sfida. Provare a scrivere in merito senza menzionare una lista di parole. Ad esempio senza citare il femminicidio, il sessismo, il femminismo, le quote rosa, il sesso debole, lo stupro, le molestie sul lavoro, i rossetti, i disturbi alimentari, il parrucchiere, la concessione della maternità nei contratti, le violenze domestiche… Ma senza parlare dei suddetti argomenti di cosa si potrebbe discutere? La cerchia delle tematiche si restringerebbe vertiginosamente. Ed è penoso pensare che per parlare della donna ci sia sempre bisogno di tirare in ballo le sue lotte, i problemi di cui è vittima o i traguardi che faticosamente è riuscita a raggiungere. Nella migliore delle ipotesi viene considerato “da donna” ciò che l’opinione comune reputa frivolo: la moda, il trucco e il gossip.

Non a caso rammento due citazioni di Oriana Fallaci estratte dal suo libro “Il sesso inutile”. Nella prima la scrittrice fiorentina spiegava: “I problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto d’essere donne”. Nella seconda: “Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico”. Se ho preso in prestito le parole della Fallaci è perché, come al solito, colpiscono dritte al punto senza troppi fronzoli. Allora le lascio a chi legge come input per meditare perché la realtà è che fino a quando si avvertirà l’esigenza di scrivere delle donne – anche una breve riflessione come la presente – significherà sempre che purtroppo la donna non abbia ancora raggiunto veramente la parità di genere. Pertanto, nel frattempo, che se ne parli senza esitazione perché il silenzio è la più grande delle minacce.

Di Valentina Mazzella

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