Home Cronaca Lo stratagemma dei bagarini al Napoli Comicon nonostante i biglietti nominativi

Lo stratagemma dei bagarini al Napoli Comicon nonostante i biglietti nominativi

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NAPOLI – Fatta la legge, trovato l’inganno. L’antico proverbio cade proprio ad hoc quando si parla del bagarinaggio a Napoli. Ne abbiamo avuto conferma, purtroppo, ancora una volta in occasione dell’ultima edizione del Napoli Comicon ormai conclusa.

In questi anni si è posto rimedio alla bruttissima abitudine che in passato molti furbetti avevano di accedere alla Mostra d’Oltremare presentando il biglietto di altri. Inutile si era rivelato essere anche il famoso braccialetto al polso che poteva essere tranquillamente sfilato e passato ad amici e parenti. E non solo. All’uscita del parco numerosi erano i bagarini interessati a comprare da chi lasciava la mostra, e non sarebbe tornato il giorno seguente, biglietti e braccialetti a pochi euro per poi rivenderli la mattina dopo a metà prezzo a chi preferiva spendere solo sei euro, invece che dodici, alla cassa per un giorno o tre di Comicon. A queste condizioni la fiera perdeva pertanto ogni giorno fior fiori di denaro.

Da tre anni invece l’organizzazione dell’evento ha finalmente arginato ottimamente il problema vendendo abbonamenti e biglietti giornalieri con tanto di nominativi. All’ingresso ogni visitatore è tenuto a mostrare un documento di riconoscimento per verificare la corrispondenza di nome e cognome. Tuttavia, a quanto pare da ciò che è sotto gli occhi di tutti, anche questa nuova prassi non è bastata a eliminare del tutto i bagarini. Ha semplicemente limitato le loro possibilità di guadagno, sebbene sia sempre meglio di nulla.

Dopo aver varcato i cancelli della Mostra d’Oltremare per uscire è ancora possibile essere fermati e invitati ad acquistare dei biglietti di ingresso per il giorno seguente. Com’è possibile ciò senza nominativo? Semplice: vendendo ticket omaggio da presentare alla biglietteria in modo che, a costo zero, vengano convertiti con nome e cognome. Questa volta però, sottobanco, il prezzo non è scontato, ma maggiorato, considerate le difficoltà che molti hanno avuto nell’acquistare online in prevendita i biglietti. Nello specifico i bagarini li vendono a venticinque euro, “a quindici al cliente simpatico come prezzo di favore“. Il dubbio interrogativo che resta è come tanti biglietti omaggio – di solito ad esempio dati dalle aziende ai dipendenti – siano potuti finire nelle mani dei bagarini. Insomma, il solito cane che si morde la coda. Ciò che è sicuro invece è che forse le migliori soluzioni a certi problemi siano la lotta alla disoccupazione e una più accurata educazione alla legalità. Del resto è davvero uno spreco che tante energie e inventiva vengano investite in attività non a norma, peculiarità purtroppo delle contraddizioni partenopee e della natura tricolore.

Di Valentina Mazzella

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