RAVENNA – Potrebbero essere ben 93 le vittime di Daniela Poggiali, l’infermiera killer di Lugo di Romagna in carcere dal 10 ottobre scorso perché accusata della morte di una donna di 78 anni a cui avrebbe iniettato del cloruro di potassio in dosi letali. Lo ha affermato il procuratore capo di Ravenna, Alessandro Mancini , in un’intervista rilasciata al britannico Daily Mail: «Il più vicino dei suoi colleghi si ferma al dato di 45 decessi. Per tutti gli altri infermieri la statistica si ferma a 30 morti. Non abbiamo la prova che questi pazienti siano stati assassinati, ma 93 è un numero preoccupante» ha dichiarato il giudice. «Pensava di essere così intelligente, così furba – aggiunge Mancini – da poter uccidere sotto il naso di tutti. Aveva un senso di potenza che la faceva sentire in grado di fare tutto quello che voleva, anche di togliere la vita a qualcuno. Si sentiva onnipotente come un Dio. Questo è stato il suo errore». Il pm ha anche precisato che la Poggiali uccideva non per terminare le sofferenze dei malati in fase terminale, ma piuttosto per non dover accudire pazienti «difficili» o perché i parenti delle vittime le facevano troppe richieste e voleva liberarsi di loro. In più di un caso la donna sarebbe stata tanto temeraria da dire a un medico che il problema di salute di qualche paziente si sarebbe potuto risolvere «con un paio di fiale di potassio», annunciando così apertamente la sua intenzione di ucciderli.