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“Leopardi – Il poeta dell’infinito”: polemica in corso perché Giacomo non ha la gobba

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RECENSIONE — Il fatto che Giacomo Leopardi sia stato rappresentato senza gobba è una scelta stilistica che ha mandato in crisi non pochi spettatori. La miniserie televisiva italiana “Leopardi – Il poeta dell’infinito” è stata trasmessa in prima serata il 7 e l’8 gennaio su Rai1 e da due giorni ancora si discute di questo dettaglio. Sergio Rubini, che ne firma la regia, ha risposto alle perplessità spiegando che la sua è stata una decisione ben soppesata. Suo desiderio era ridimensionare la narrazione attorno alla fisicità dello scrittore per sottolinearne, invece, la genialità. La fiction regala, infatti, al pubblico un ritratto abbastanza pop di Giacomo Leopardi.

La controparte non ha perdonato questa visione in quanto non ritiene che la gobba abbia costituito nella vita del poeta un elemento irrilevante. Qualcuno ha addirittura giudicato la sua assenza perfettamente allineata con l’eccessiva attenzione per l’estetica dell’era dei mille filtri e della chirurgia facile. Polemica a parte, la miniserie è un prodotto piacevole. Sinceramente la prima puntata si lascia guardare con maggiore entusiasmo e coinvolgimento. La seconda rallenta il ritmo, diventando più ripetitiva e meno seducente.

Per essere un biopic, senz’altro i due episodi avrebbero potuto raccontare molto di più della biografia di Leopardi. A un certo punto, infatti, troppo spazio è stato concesso alla storia tra Antonio Ranieri e Fanny Targioni Tozzetti, evocando purtroppo – ahinoi – quasi le atmosfere di “Bridgerton”. La narrazione parte da un presente in cui il poeta è già venuto a mancare a causa del colore. Dopodiché il montaggio retrocede alla sua infanzia e all’adolescenza a Recanati, fino alla goffa giovinezza e agli anni della vita più matura.

Il cast ha eseguito un buon lavoro in termini di recitazione. Abbiamo innanzitutto Leonardo Maltese nel ruolo di Giacomo. Alessio Boni è suo padre, il Conte Monaldo Leopardi. Valentina Cervi veste i panni della madre Adelaide Antici. Giusy Buscemi interpreta l’amata Fanny Targioni Tozzetti. Cristiano Caccamo è l’amico Antonio Ranieri e Alessandro Preziosi presta il volto a Don Carmine.

Al di là delle possibili pecche, della miniserie si apprezza soprattutto l’opera di divulgazione che ha operato. In “Leopardi – Il poeta dell’infinito” molteplici versi del poeta sono stati recitati, sebbene con toni ampollosi e voci sussurrate. Il risultato non guasta. Quel che ne emerge è, inoltre, un ritratto meno drammatico di Leopardi che, a differenza di quanto solitamente ricordato dall’opinione pubblica, non era affatto un pessimista. Al pubblico viene finalmente offerta la prospettiva di un genio ribelle, diviso tra eccessiva razionalità, realismo e una grande voglia di scoprire la vita e il mondo.

Di Valentina Mazzella

 

 

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