Home Cronaca “L’educazione vale più della ricchezza”, ma a che prezzo?

“L’educazione vale più della ricchezza”, ma a che prezzo?

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ARZANO–  Gelo, pioggia, neve e grandine cadono in picchiata sullo stivale italiano che preso alla sprovvista vede vittime i suoi cittadini. Morte e distruzione affollano le paure più nascoste degli italiani che devono fare i conti con questo clima sconosciuto, freddo, capriccioso e innaturale; ritrovandosi a vivere una realtà del tutto nuova.

Dal Lazio alle Marche,attraversando Umbria e Toscana tre sono le vittime stimate circa la prima settimana del mese di marzo, causa: maltempo. Violenti raffiche di vento si vedono protagoniste delle ansie più profonde degli abitanti della penisola motivati dalle notizie delle ultime ore: automobilista schiacciato da un masso in Lucchesia , albero abbattutosi su una donna di Urbino strappandole la vita, un ciclista nel milanese schiantatosi contro un furgone, e ancora ad Ancona, un aereo esce di pista.

Non sarà il sud Italia ad uscirne illeso, il quale si ritrova a vivere il suo terrore, rintanato tra banchi di scuola.
Fa da sfondo di una scampata strage la città di Arzano, comune del napoletano. Tra una spiegazione e l’altra, una confidenza al compagno di banco, un selfie rubato e i sorrisi soddisfatti alla vista di una sufficienza raggiunta ad una verifica, il forte vento fuori le mura prende il sopravvento.
Indignata quasi dalla capacità dei giovani di portare avanti le loro vite incuranti dei suoi tentativi di terrore, una sempre più potente raffica di vento si abbatte sulla scuola superiore Giordano Bruno, ex sede staccata del liceo scientifico Renato Caccioppoli di Napoli,il giorno 6 marzo.

Due pannelli di plexiglass crollano inermi dalla copertura che unisce l’ala nuova da quella vecchia,nota come “plesso”,al passaggio di due alunne.  Le voci di corridoio non tardano ad arrivare da un’orecchio all’altro e il panico si genera insieme a tanta curiosità tra i vari alunni che si immedesimano nelle giovani compagne malcapitate che,fortunate nella sfortuna, hanno riscontrato solo una gran paura e nemmeno il minimo graffio sulla propria pelle. Diviene da subito una vera e propria attrazione per coloro che cercano del brio e della novità nel quotidiano, catapultandosi il prima possibile nei pressi della scena del crimine per riscontrare la veridicità di quel passaparola o chiacchiera da caffè che continuava a risuonare di bocca in bocca nell’istituto,fino ad evadere e raggiungere, attraverso social network e smartphones, l’attenzione di famiglie ed amici. Spaventati e divertiti, gli alunni dell’istituto Giordano Bruno si vedono, però, costretti a tornare in classe per terminare quello che sarebbe stato uno dei giorni più memorabili del periodo, posando nelle proprie cartelle la voglia di raccontare l’assurdo accaduto a quante più persone,chi confrontando i pensieri e i commenti e chi confortandosi a vicenda.

Sono trascorsi vari giorni, ma la situazione sembra esser rimasta inalterata: infatti, nonostante la forte urgenza, si è semplicemente limitato il passaggio barrando la strada dell’area interessata.
Può una scuola pubblica permettersi di lasciare ostacoli in un corridoio disastrato, incustodito, un probabile territorio ancora pericolante? Pur avendone vietato l’attraversamento del percorso, gli alunni più tenaci o ingenui si tuffano a capofitto,senza pensarci su due volte, in quel mare di pericolosità, forse per dimostrare coraggio, forza o solo per provare il brivido della trasgressione, mettendo a rischio la propria incolumità. “Non lo hanno aggiustato ancora, però si può passare più o meno se non ti fai vedere” sostiene una studentessa del biennio, “e se ti fai una corsa” conclude la ragazza,lasciando spazio alla rivelazione dell’amica  : “Beh si, è capitato che ci hanno visti, insomma volevamo passare ma era tutto chiuso e ci hanno fermati”. Bisogna quindi,ad oggi, sperare che lo sguardo vigile del collaboratore di turno resti tale, perché sembra che la situazione, almeno per ora, non subirà cambiamenti.

Sembra ormai uno dei soliti temi dell’attualità quello della manutenzione degli edifici scolastici, e non solo, lasciati senza i dovuti controlli, anche in istituti che si presentano,come l’istituto in questione, sul proprio sito web attraverso una ricca offerta formativa avvalendosi di laboratori,sportello didattico, attività di recupero nella speranza di educare i propri iscritti alla cittadinanza e al vivere civile; pur negando agli stessi alunni la tranquillità e la sicurezza di salvezza,semplicemente barrando temporaneamente le zone che non possono essere valicate.
Non è questa la prima delle manifestazioni delle crisi di mantenimento e conservazione del suolo pubblico e non sarà di certo l’ultima, ma l’Italia è forte e citando il noto Eduardo De Filippo, “Ha da passà ‘a nuttata in attesa di tempi migliori sperando di ricevere giovamento,anche minimo, dei servizi promessi.

di Milly Silvestro

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