Di Valentina Mazzella
RECENSIONE – Non c’è forse aggettivo più appropriato di “eccentrico” per descrivere lo scoppiettante “Eden Teatro” che la regia di Alfredo Arias ha portato al Teatro Mercadante di Napoli in questa prima settimana di marzo (stasera ultima volta in scena). Il celebre regista franco-argentino ha scelto di nuovo di lanciare sul palcoscenico un’opera del drammaturgo napoletano Raffaele Viviani, di cui nel 2013 – ricordiamo – aveva già proposto un impareggiabile “Circo Equestre Sgueglia”. L’ha fatto rielaborando il testo in modo che la tradizione baciasse senza rancori una nuova salsa più moderna con qualche elemento della cultura pop. Finisce così che inspiegabilmente lo spettatore non avverta strano ora vedere comparire Wonder Woman e ora ascoltare gli attori parlare di un’elegante e peculiare Napoli da belle epoque. Del resto in realtà singolare è già di per sé la stessa sceneggiatura del maestro Viviani: senza una trama vera e propria, non racconta di preciso nessuna storia. Preferisce proporre degli interessanti monologhi sugli usi linguistici oppure l’analisi sulle condizioni del teatro che si alternano alla competizione di alcune giovani debuttanti avide di successo e applausi, smaniose di vedere il proprio nome scritto a caratteri cubitali sulle locandine del piccolo Eden Teatro da cui il titolo.
A interpretare le aspiranti dive e i vari personaggi gli attori Mariano Rigillo, Gaia Aprea, Gennaro Di Biase, Gianluca Musiu, Anna Teresa Rossini, Ivano Schiavi, Paolo Serra, Enzo Turrin e Mauro Gioia. Tutti talenti versatili che, oltre a recitare, si prestano a lodevoli esibizioni canore dal vivo richieste dal soggetto, senza stonare o esitare, con un compimento che purtroppo spesso e volentieri i migliori concerti dei cantanti più famosi si sognano. Notevoli meriti vanno riconosciuti anche all’orchestra composta da Pietro Bentivenga (fisarmonica), Giuseppe Burgarella (pianoforte) ed Erasmo Petringa (violoncello) che, disposti dinnanzi al palco, interagiscono con i personaggi risultando perfettamente integrati nel complesso. Eccezionale, inoltre, la varietà dei coloratissimi costumi indossati in scena. In fondo è la cura dei dettagli, come la scala che sullo sfondo della scenografia solleva una tenda da palcoscenico, che offre una chiave di lettura. Con umorismo e leggerezza, i protagonisti di “Eden Teatro” regalano al pubblico una delicata riflessione sull’arte teatrale, sul mondo precario della sua poesia che oggi c’è e domani non si sa. Una realtà in cui ingenuamente alle volte gli artisti cercano l’immortalità senza accorgersi della fragilità della stessa, una realtà minacciata dai gusti commerciali più grezzi o da polemiche di varia natura. Nonostante tutto però il teatro va avanti. Vive, sfidando la storia e seducendo animi bramosi di poesia e bellezza.