di Michele Capuozzo
Era a Napoli, la centrale di smistamento del “pezzotto” delle Iptv.
Fu scoperta nel 2017 a casa di Flora Giannello, in via dell’abbondanza a Marianella.
E da li partirono le indagini che hanno portato al blitz internazionale che ha inferto un durissimo colpo ai gestori del milionario mercato parallello delle tv a pagamento.
Nel corso delle perquisizioni effettuate ieri mattina nei confronti dei promotori dell’organizzazione che gestiva le “tv pirata” è stato arrestato in flagranza di reato, a Salonicco, Christos Papaoikonomu, inventore e gestore della piattaforma Xtream Codes: l’uomo e’ stato trovato in possesso di oltre 110.000 euro in contanti, criptovalute e diverse centrali.
L’operazione e’ stata svolta in collaborazione tra la Guardia di finanza italiana e la Polizia greca sotto il coordinamento dell’agenzia europea Eurojust.
“Al momento non sono emersi collegamenti con la criminalità organizzata, ma le indagini proseguono e saranno valutati con attenzione soprattutto i flussi finanziari”. Lo ha sottolineato il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di finanza, nella conferenza stampa sui risultati dell’operazione internazionale “Black IPTV” che ha consentito di smantellare una piattaforma che offriva illegalmente la visione di tutte le principali Pay tv in cambio di un modico abbonamento mensile.
Uno dei napoletano definiti uomini chiave dell’inchiesta è Francesco Maccarelli che nell’isola G1 del Centro Direzionale di napoli aveva un vero e proprio archivio di quello che è il mercato del “pezzotto”.
Secondo il gip Fabio Provvisier: ” È qui che veniva rinvenuto materiale di interesse investigativo riconducibile a Maccarelli, ritenuto il capo e il promotore dell’associazione», colui che tiene le fila di tutti i partecipi, in base ai ruoli ricoperti da ciascuno e che mantiene i contatti con i soggetti stranieri.
Ogni anno sono state effettuate movimentazioni per sei milioni e mezzo di euro”. Gli altri napoletani e campani coinvolti nell’inchiesta sono Gianluca Menditto, al quale secondo il gip ” sarebbero riconducibili addirittura ben 695 abbonamenti” e che ha un ruolo di primo piano pure lui.
E ancora Maurizio Destradis , alias ‘diablo’, Stefano Sottile, alias zetasever/tulipanonero; Domenico Bonanno, alias ‘visitorsat’, Antonino Osca Bonin ‘Vanescar’; Patrizio Danza ‘Proff’, Vito De Marco ‘Ulisse’, di Luigi Marrano ‘Naccaro’; Fabrizio Chitano ‘Belzebù’; Pasquale Greco ‘sbudi’; Roberto Sanfilippo ‘Sanrob’; Luigi Provitera ‘Evolution team’, Nicky Mangion ‘Megaloman’; Giuseppe Lazzara ‘Gaetano’; Giuseppe Pellegrino ‘ team r1no’ e Alfio De Clò ‘ alfaromeo 56′.
E’ stato “immenso il danno causato al settore televisivo pubblico e privato” dal sistema di pirateria televisiva smantellato d una operazione internazionale di polizia. Lo ha detto Filippo Spiezia, delegato per l’Italia a Eurojust, nel corso d una conferenza stampa che si e’ tenuta all’Aja.
“Migliaia di posti di lavoro sono stati messi a rischio” da quel sistema, ha aggiunto, dopo aver spiegato l’andamento dell’operazione che ha determinato la la chiusura di circa 200 server in Germania, Francia e Olanda. In Italia la piattaforma era utilizzata da almeno 5 milioni di utenti che per soli 12 euro al mese potevano godere sport e fiction su Sky, Mediaset, Dazn, Netflix, Infinity e tutte le principali Pay tv italiane ed estere. “Si tratta di un sistema – ha aggiunto Valeria Sico, vice procuratore a Napoli – molto più evoluto di quelli messi a punto in passato”.