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L’assedio di Gaeta: “Le palle dei miei cannoni non hanno occhi”

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Benvenuti all’appuntamento con la rubrica “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

L’analogia dei bombardamenti di Gaeta e quelli di pochi giorni fa in Ucraina ci fanno riflettere su quanto la locuzione latina “Historia magistra vitae” (“La storia Γ¨ maestra di vita”) – la cui funzione Γ¨ ammaestratrice dell’esperienza storica – Γ¨ miseramente fallita.

Enrico Cialdini fu un generale italiano. Nacque nel 1811 a Castelvetro di Modena. Tra il 1860 e il 1861 era al comando dell’esercito piemontese contro l’esercito napoletano del Regno delle Due Sicilie. Il 6 settembre 1860, Francesco II di Borbone lasciΓ² la capitale Napoli per andare a Gaeta per la difesa del Regno. Il sovrano voleva risparmiare alla cittΓ  le rovine di guerra e l’inevitabile costo di vite umane.

Il 5 novembre 1860 inizia l’assedio di Gaeta, una pagina oscura del Risorgimento per gli ostinati bombardamenti piemontesi non solo contro i soldati napoletani, ma anche contro i civili, arrivando a colpire anche scuole e ospedali. Il generale Cialdini fu richiamato dal governatore; ma a tutta risposta egli rispose: “Le palle dei miei cannoni non hanno occhi”.Β 

Per risparmiare ulteriori lutti e sofferenze, Francesco II, il giorno 11 febbraio, negozia la resa. Il 13 febbraio 1861 avviene la capitolazione: l’assedio costΓ² 46 morti e 320 feriti alle truppe piemontesi e 826 morti e piΓΉ di 500 feriti alle truppe borboniche.

Nel 2017, il Comune di Napoli, come segno di riconoscimento alla Memoria storica delle vittime perpetrate dal generale Cialdini, ha ritirato la sua cittadinanza onoraria.

Saluti cordiali!

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco.

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