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“𝑵𝒂𝒑𝒐𝒍𝒊 𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒂: 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂, 𝒂𝒏𝒆𝒅𝒅𝒐𝒕𝒊 𝒆 𝒄𝒖𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊𝒕𝒂'”.
“Le notti di luna a via Caracciolo, davanti alla calma del mare del golfo, alle acque rese gialle dalla luna, il cielo diluito in una diffusa luminosità è curioso vedere passare la gente ammaliata con sulle labbra una vaga canzone”: così descriveva la passeggiata a via Caracciolo lo scrittore spagnolo Joseph Pla.
Via Caracciolo è l’incantevole strada che fiancheggia la Villa Comunale. Come via Partenope e via Nazario Sauro, costituisce un tratto del lungomare di Napoli. La strada nacque da una colmata nel 1869 ed è separata dal mare attraverso una scogliera, innalzata sulle antiche spiagge. La via è dedicata all’ammiraglio napoletano Francesco Caracciolo. Egli fu scaraventato nelle acque del golfo proprio da questa strada, dopo essere stato impiccato.
Caracciolo nacque a Napoli nel 1752. Fu da giovane avviato verso la carriera marinara. Divenne ben presto uno dei migliori ufficiali della Marina del Regno Delle Due Sicilie. Nel dicembre del 1799, Caracciolo scortò il re Ferdinando IV di Borbone che si imbarcò alla volta di Palermo, mentre le truppe francesi stavano per entrare in città. Al ritorno da Palermo, l’ammiraglio si schierò contro il re, a favore dei francesi. Passata dall’altra parte, Caracciolo attaccò una squadra anglo-napoletana di cui faceva parte la nave Minerva che egli un tempo comandava.
Dopo la parentesi francese, fu convocata una corte marziale che per alto tradimento condannò a morte il Caracciolo. Vincenzo Cuoco, il famoso storico dell’epoca, nel suo “Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli 1799” così descrive l’epilogo del condannato: “Si vide Caracciolo sospeso come un infame all’antenna della fregata Minerva; il suo cadavere fu gittato in mare, dopo due giorni riemerse e fu raccolto dai marinai, portato alla chiesa di Santa Lucia”. La sua tomba è conservata nella chiesa di Santa Maria della Catena, in via Santa Lucia.
Saluti cordiali,
Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).