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La tombola napoletana

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

 

Le prime notizie certe sul gioco del Lotto risalgono al 1620, anno in cui a Genova il Lotto venne regolamentato. Tuttavia la prima estrazione venne effettuata il 9 settembre 1682 a Napoli.

Le cronache dell’epoca raccontano di un grande successo del gioco. Veniva invece osteggiato nello Stato Pontificio, a tal punto che Papa Benedetto XIII nel 1728 minacciΓ² di scomunica i giocatori.

Nel 1734 il Re Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco ebbero una discussione circa la legalizzazione del gioco. Il Re intendeva ufficializzare il Lotto. Il Padre, invece, lo riteneva un ingannevole diletto per i suoi fedeli. Dopo diversi litigi, si giunse a una soluzione: vi si poteva giocare, a patto che nella settimana delle festivitΓ  natalizie il gioco venisse sospeso affinchΓ© le persone non si distraessero dalle preghiere.

Nonostante ciò i napoletani non si arresero e organizzarono per Natale una versione natalizia del gioco. Così la fantasia popolana trasformò un gioco pubblico in un gioco a carattere familiare.

La parola “tombola” deriva dal verbo “tombolare”, cioΓ¨ roteare: far capitombolare i numeri nel paniere, detto il “panariello” (il cestino di vimini necessario per mescolare i numeri). Da allora il gioco Γ¨ stato tramandato alle successive generazioni.

 

Saluti cordiali,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).

 

 

 

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