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“La Sirena Digitale”, al Castel dell’Ovo l’ologramma che interpreta la canzone napoletana in più lingue

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Foto di Valentina Mazzella.

NAPOLI – Bella, seducente, con una folta chioma rossa. È una sirena, ma non è Ariel della Disney. Con la sua coda e il costume azzurro richiama il blu dell’incantevole Golfo di Napoli. Rappresenta Partenope, l’inimitabile sirena patrona e simbolo della nostra città. Parliamo de “La Sirena Digitale”, un progetto artistico nato nel 2020 per essere esibito presso il MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Oggi la stessa installazione può essere ancora ammirata dal pubblico presso il suggestivo Castel dell’Ovo sul lungomare. Si tratta nello specifico di un ologramma interattivo e multilingue: per il pubblico è possibile interagire con l’immagine attraverso il movimento della mano su un apposito sensore. In questo modo scegliere una canzone della tradizione classica napoletana che verrà poi interpretata dalla Sirena Digitale nella versione originale oppure in una lingua a scelta tra l’inglese e il cinese mandarino.

 

L’opera è a cura del progetto REMIAM – Reti Musei intelligenti ad alta multimedialità del Distretto DATABENC. È finanziato dalla Regione Campania e realizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche ICAR-CNR, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, il Centro di produzione RAI Campania e con il MANN. Lo scopo dell’iniziativa è ovviamente valorizzare e promuovere il patrimonio culturale, artistico e musicale partenopeo, nell’ambito del progetto REMIAM, coordinato da Angelo Chianese.

I brani del repertorio proposti da La Sirena Digitale sono due classici della canzone napoletana, appartenenti alla casa discografica “La Canzonetta” fondata nel 1901. Il primo brano è “Malafemmena” con testo e musica di Antonio de Curtis (Totò). Il secondo “Reginella” con testi e musica di Libero Bovio e Gaetano Lama. La voce in realtà è quella della ricercatrice e artista Francesca Fariello. Gli arrangiamenti musicali, invece, sono stati eseguiti da Raffaele Lopez. L’ambiente spazioso della stanza vuota scelta nel castello agisce come un’ottima cassa di risonanza per l’esperienza dell’ascolto dei visitatori. La Sirena Digitale apre le porte a nuove opportunità di promozione culturale, a innovative modalità di accoglienza turistica che anche in futuro sarà possibile allestire in molteplici contesti come teatri, parchi archeologici, aeroporti, stazioni ferroviarie o marittime.

Di Valentina Mazzella 

 

 

 

 

 

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