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La Sibilla Cumana è in assoluto quella più conosciuta al mondo e in totale se ne contano più di 15, tre solo in Italia.

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NAPOLI – Per Sibille si intendevano donne che mostravano poteri soprannaturali di veggenza. Nessun mito, come quello della Sibilla, ha attraversato i millenni, conservando il fascino della superstizione primitiva dalla quale trae origini la sua fama della sorge in tempi antichissimi ed il culto della Sibilla cumana era già diffuso prima e dopo la colonizzazione romana per diversi motivi: per il mistero che avvolgeva la paurosa sede presso la quale proferiva i suoi vaticini; perche le sue facoltà oracolari ispirarono i luoghi e i riferimenti nei racconti di Omero sul viaggio di Ulisse; e di Virgilio con Enea.

infine, essa è in qualche modo  legata alla storia di Roma, secondo una leggenda apparve sotto le sembianze di una donna anziana a Tarqunio il Superbo, VII ed ultimo re di Roma e gli offrì i suoi nove libri profetici ad un prezzo elevato. Poichè questi rifiutò, la Sibilla distrusse tre libri e poi gli offrì gli altri sei allo stesso prezzo; Tarquinio rifiutò di nuovo e lei ne distrusse altri tre. Alla fine il re comprò i tre libri rimasti al prezzo richiesto per nove e i volumi furono posti nel Tempio di Giove a Roma e consultati in situazioni di emergenza.

I “LIBRI SIBILLINI” autentici bruciarono in un incendio dell’83 a.C., ma in seguito ne fu compilata una nuova serie che venne distrutta in epoca tardo imperiale, all’inizio del V secolo. Questi libri in occasione di fatti straordinari di particolari prodigi attraverso la consultazione degli eventi venivano interpretati come segni premonitori di cambiamenti sociali e politici. In tal senso il controllo degli oracoli sibillini poteva risultare un arma politica efficacissima per orientare le masse e gestire il potere La sibilla per entrare in contatto divinatorio ed esprimere i suoi vaticinia entrava in trans invasa dalle esalazioni di fumo che fuoriuscivano da una fenditura poco distante dall’antro, beveva acqua di una certa fonte e masticava foglie di lauro simboleggianti l’ingresso di Dio in lei. Inoltre l’assistito doveva rispettare dei rituali per il responso: indossare il capo da una corona di alloro; tenere in mano delle fascette di lana intrecciata; conferire doni per il santuario del tempio e sacrificare un animale. Ovidio ce la rappresenta molto vecchia e addirittura immortale, pare che avesse più di 300 anni perche secondo la leggenda, Apollo le aveva promesso di esaudire qualunque suo desiderio in cambio del suo amore, ella gli chiese di poter vivere altrettanti anni quanti erano i granelli di sabbia che poteva tenere nella sua mano. Trascurò, tuttavia, di domandare al Dio anche l’eterna giovinezza, che Apollo le avrebbe offerto in cambio della sua verginità.

Raffaele Del Giudice

 

 

 

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