La “Scinnenza”: tradizione e Innovazione nella Settimana Santa Nissena

“Scinnenza” è un termine dialettale siciliano usato per fare riferimento alla “discesa” del Cristo dalla croce, ovvero alla deposizione del corpo di Gesù dopo la crocifissione.
A Caltanissetta questo termine è divenuto oramai sinonimo di uno dei momenti più suggestivi nonché parte integrante del calendario ufficiale degli eventi che rendono la Settimana Santa Nissena una delle più interessanti e sentite della Sicilia.
Guarda il video https://youtu.be/d5pOxM6oubA
Da oltre un quarto di secolo a tramandare queste tradizione è l’Associazione A.Te.Pa, acronimo di Associazione Teatro della Parola. “In realtà il nome completo è Associazione Teatro della Parola – I Nuovi Discepoli racconta il presidente Salvatore Alfano – infatti da circa venticinque anni abbiamo raccolto il testimone e l’esperienza di una precedente associazione che si chiamava appunto “I Nuovi Discepoli”.

Noi ci occupiamo di realizzare durante la Settimana Santa le sacre rappresentazioni che svolgiamo da qualche anno nella giornate del lunedì e del martedì.
A.Te.Pa è custode delle tradizioni popolari che si esplicano nelle sacre rappresentazioni ed è anche soggetto facente parte di un circuito nazionale denominato EuroPassione che a sua volta fa riferimento a un circuito europeo che si chiama EuroPassion. Attraverso questo circuito condividiamo, con tantissime comunità come la nostra, i riti delle sacre rappresentazioni.

Da diversi anni abbiamo anche intrapreso un percorso denominato Progetto UNESCO per il riconoscimento delle manifestazioni di tradizione sacro – popolare sia nella forma della sacra rappresentazione sia nella forma processionistica. Un riconoscimento per il valore di questo patrimonio immateriale dell’umanità proprio per la valenza umana e culturale che esso rappresenta in quanto significativo momento di intimità per ciascuno dei cittadini dei luoghi dove queste manifestazioni si svolgono e allo stesso tempo momento di identità culturale di un luogo e di un popolo”.

Appuntamento, dunque a lunedì 14 e martedì 15 aprile quando la città ritornerà ad essere un palcoscenico a cielo aperto. Gli scenari scelti, luoghi simbolici e suggestivi, contribuiranno a rendere le rievocazioni momenti di riflessione, facendo sentire ogni spettatore parte viva della narrazione.
Un’esperienza che, mescolando il sacro e il teatrale, offrirà l’opportunità di vivere la Passione di Cristo in modo intenso e coinvolgente come ci conferma il vicepresidente dell’Associazione Leandro Sollami entrando nel vivo del programma: “Il nostro è un impegno che coinvolge oltre cento persone. Lunedì cominceremo con una processione che, partendo da Largo Badia, attraverserà Corso Vittorio Emanuele e Corso Umberto per giungere direttamente alla Biblioteca Scarabelli dove rievocheremo l’Ultima cena e la Cattura di Gesù con la regia di Giuseppe Riggi e Salvatore Riggi.

Poi, uscendo dalla Scarabelli, ci dirigeremo sul sagrato della chiesa del Collegio per Il Sinedrio la cui regia è curata da Pietro Carà. Nella serata di martedì partiremo sempre da Largo Badia con il Corteo della Biga e ci dirigeremo verso la scalinata Silvio Pellico dove verrà rievocato il Processo a Gesù davanti a Pilato, il Pretorio e la Flagellazione, quindi sempre in Via Crucis ci recheremo direttamente verso la scalinata Lo Piano dove ci sarà la cosiddetta Scinnenza e a seguire, dopo il Pentimento di Giuda, la Resurrezione. La regia per il Pretorio è di Pietro Carà mentre per la Scinnenza e la Resurrezione la regia porta la firma di Salvatore Riggi e Giuseppe Riggi”.

Pur mantenendo il suo radicamento nelle tradizioni, ogni anno l’Associazione A.TE.PA. introduce innovazioni nei contenuti e nelle modalità di rappresentazione, come l’adozione di performance dal vivo che hanno sostituito il tradizionale playback, rendendo l’esperienza ancora più emozionante e coinvolgente. “Il nostro motto è tradizione nell’innovazione. Ogni anno cerchiamo di arricchire queste manifestazioni con nuove idee che possano coinvolgere maggiormente il pubblico” afferma il presidente di A.Te.Pa Salvatore Alfano, sottolineando l’importanza di preservare l’autenticità delle rappresentazioni mentre si esplorano nuovi modi di rendere vivo il legame con il pubblico contemporaneo.
