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La morte di Corradino

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

Era il 26 ottobre 1269. Piazza Mercato a Napoli era gremita dal popolo. Al centro di essa svettava un palco di morte addobbato di nero.Β Lo squillo delle trombe annunziava l’arrivo della vittima. Un giovanetto salΓ¬ sul patibolo. Era Corradino, Corradino di Svevia. Ultimo discendente della casa di Svevia, figlio di Corrado IV. Al bambino fu imposto il nome del padre di cui usΓ² sempre la forma diminutiva: Corradino.

Morto lo zio Manfredi a Benevento nel 1266, il giovanetto scese, sollecitato dai ghibellini italiani, a rivendicare contro Carlo d’AngiΓ² il Regno di Sicilia. Sconfitto a Tagliacozzo nel 1268, fu condannato a morte a mezzo decapitazione.

Il re Carlo d’AngiΓ², circondato dai suoi, dall’alto di una torre, impaziente, aspettava si compisse lo spettacolo da lui ordinato.Β Nell’udire la sentenza di morte, Corradino, rivolto al popolo, disse: “Non ho mai voluto ledere le ragioni della chiesa, ma solo di acquisire il regno dei miei padri”. E cosΓ¬ dicendo, si tolse un guanto e lo gettΓ² in mezzo alla folla. Lo raccolse Giovanni da Procida che lo consegnΓ² al re Pietro d’Aragona, il quale, piΓΉ tardi, organizzΓ² la vendetta.

L’infelice giovinetto, giΓ  in ginocchio, offrΓ¬ a Dio il sacrificio della sua giovane vita e lo pregΓ² di accettarla per il perdono dei suoi peccati. Mentre lo diceva, scrutava tra il popolo, ma non scorgeva il viso della sua amata mamma.

Si scagliΓ² un colpo, un grido di indignazione e orrore si innalzΓ² fra il popolo atterrito. Corradino, l’illustre rampollo della casa sveva, a 16 anni era stato decapitato. La mamma, impazzita dal dolore, ottenne che il corpo del figliuolo si seppellisse sotto l’altare maggiore della chiesa della Madonna del Carmine.

Nel 1832 il futuro re Massimiliano II di Baviera commissionΓ² una statua nel cui basamento furono racchiuse le ossa di Corradino. Le sue reliquie si trovano ancora oggi al loro posto, sebbene durante la seconda guerra mondiale Hitler tentΓ² di impossessarsene. Tuttavia la Madonna del Carmine volle che i resti dello sfortunato ragazzino rimanessero per sempre a Napoli.

Saluti cordiali,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).

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