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“La Cicalata sul fascino” Γ¨ un saggio del 1787 del giurista napoletano Nicola Valletta, opera caposcuola degli studi sulla superstizione e capostipite di un filone che, nel pieno Illuminismo napoletano, fiorisce intorno alla credenza della jettatura.
La parola napoletana jettatura (dal latino iactare, cioè gettare) risale al XVII secolo e indica la capacità di alcune persone (iettatori) di gettare il malocchio, cioè di recare ad altri la mala sorte attraverso lo sguardo.
Malocchio e jettatura sono termini erroneamente usati come sinonimi, ma vi sono enormi differenze. Il malocchio Γ¨ la fonte del male, mentre la jettatura Γ¨ il canale attraverso il quale il male giunge alla vittima.
Lo iettattore Γ¨ una figura tradizionale alla quale un pregiudizio attribuisce il potere di portare sfortuna. Nel 1841 Alexander Dumas traccia un profilo netto e concreto dello iettatore: “Γ di solito, magro, pallido, naso ricurvo e occhi da rospo sempre coperti da occhiali scuri”.
Lo iettatore viene anche definito uccello del malaugurio, in riferimento alle credenze secondo cui alcuni uccelli sarebbero messaggeri di sventura, in quanto si cibano di carogne.
La capitale della βjellaβ naturalmente Γ¨ Napoli. In nessun’altra cittΓ per prevenire lβinfluenza si adoperano tanti amuleti o scongiuri. Le strade, le case e le botteghe ancora oggi sono tappezzate di corni, gobbi (βo scartellato).
Il rimedio scaramantico piΓΉ efficace, a detta dei napoletani, Γ¨ il tipico gesto di toccarsi i genitali maschili. Esso risale agli antichi romani per i quali l’azione era simbolo di fertilitΓ e prosperitΓ .
Se chi ora legge si sente un poβ in ansia, ovvero avverte di “tenere lβuocchie βncuolloβ, lβastuzia partenopea ha trovato negli anni un rimedio infallibile! Recitate la seguente formula: βAglio, fravaglio e fatture ca nun quaglie, cap βe alice e cap dβaglio. SciΓ² sciΓ², ciuccivΓ¨, esci fore da casa mia, truovete a nβata cumpagniaβ e, a completamento, una bella spolverata di sale grosso.
Saluti cordiali,
Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).