Home Cultura La festa di San Gennaro a New York

La festa di San Gennaro a New York

202

Ben ritrovati dopo le vacanze estive. Con l’approssimarsi della ricorrenza del Santo Patrono di Napoli, un nuovo appuntamento della rubrica “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'” a tema.

 

RUBRICA –Β Quando Paolo VI propose nel 1964 di cancellare San Gennaro dal calendario per la sua scarsa storicitΓ , sui muri di Napoli apparve la scritta: “San Genna’ futtetenne!”.

Il Santo Γ¨ sempre stato di diritto il sentimento principe del popolo napoletano. Tanti si rivolgono a lui come a una persona di famiglia. San Gennaro non Γ¨ solo venerato a Napoli, ma in tante parti del mondo grazie ai tanti napoletani che, per lavoro, si sono trasferiti.

“Little Italy” (“Piccola Italia”) Γ¨ un famoso quartiere con popolazione di origine italiana di New York, negli Stati Uniti. Dopo l’unitΓ  d’Italia, il quartiere prese vita grazie agli immigrati (circa 70.000). La maggior parte di essi proveniva dal Sud Italia, costretti dalla miseria a lasciare la propria terra in cerca di lavoro.

Nel 1926 alcuni immigrati napoletani, proprietari di un bar in Mulberry Street, eressero una piccola cappella con l’immagine di San Gennaro. Nella stessa via esisteva la chiesa del Preziosissimo Sangue: il culto di San Gennaro era qui coltivato dai tanti parrocchiani provenienti da Napoli.

Attualmente la chiesa ospita il Santuario di San Gennaro. Ogni anno, il 19 settembre, da questo luogo sacro parte una spettacolare processione di fedeli insieme alla statua di San Gennaro che attraversa l’intera Little Italy.

La festa dura undici giorni: cultura napoletana e nostalgia della madrepatria si mescolano e generano musica, sfilate e cibo: tutte rigorosamente legate alla tradizione napoletana.

L’organizzazione dell’evento Γ¨ gestita dall’associazione no-profit “Figli di San Gennaro” nata con lo scopo di preservare la tradizione e la cultura degli immigrati napoletani.

Saluti cordiali,

Pino Spera

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here