RECENSIONE – Coraggiosi pezzi di arredamento e stoviglie chiacchierone, una magica rosa rossa che perde petali lentamente uno dopo l’altro, un immancabile vestito giallo dall’ampia gonna. C’è tutto. Non manca nulla. L’ultimo live action firmato Disney, “La bella e la bestia” di Bill Condon, è davvero molto fedele al cartone animato del 1991. Le poche libertà che gli sceneggiatori si sono concessi si integrano perfettamente con la trama tradizionale e servono a rendere più maturo l’approfondimento psicologico dei personaggi. Gli appassionati della storia posson dormire tranquilli. A questo giro nessun sogno d’infanzia è stato distrutto.
Anzi, dopo ventisei anni “La bella e la bestia” torna a vivere con una pellicola più lucente che mai. Le scenografie scelgono per gli interni del castello un elegante ed elaborato stile Rococò che sprizza oro e luce da tutti gli angoli. Le musiche e le canzoni si canticchiano fuori dalla sala senza pensarci troppo. Assolutamente notevole il doppiaggio in italiano e gradevole per i nostalgici l’adattamento delle liriche a quelle del cartone. Il lavoro computerizzato è accurato e professionale nella definizione dei dettagli. Piacevolmente calzante Emma Watson nel ruolo della protagonista, ma di questo risultato scarsamente avremmo dubitato. Del resto l’attrice ha dato prova di saper interpretare perfettamente personaggi di carattere e amanti dei libri fin da quando – non molto tempo fa a dirla tutta – prestava il volto a Hermione Granger nella saga di Harry Potter.
Curiosità interessante è sapere che purtroppo la proiezione del film sia stata negata in un cinema dell’Alabama, vietata ai minori di 16 anni in Russia ed eliminata dalla distribuzione nazionale in Malesia. E perché mai? Quali esplicite scene di sesso o di violenza potrebbe mai contenere una fiaba simile? Lumière si lascia scappare qualche allusione sconcia? La bestia sbrana qualcuno vivo? Niente di tutto ciò. A incriminare la pellicola sembra siano state alcune scene che sdoganerebbero il tema dell’omosessualità anche nel mondo Disney. A dirla tutta nulla di serio. Solo rapidi spezzoni finalizzati fra l’altro a sollevare l’ilarità del pubblico: una cotta – percepibile solo fra le righe – di Le Tont per Gaston, un avversario dei protagonisti compiaciuto di esser stato travestito da donna da Madame Guardaroba e due uomini che si accompagnano in un valzer tra le molteplici coppie etero. Davvero delle brevi sequenze. Tuttavia tanto poco è bastato a indignare il senso del buon costume di molti all’estero.
Il film resta delizioso e una visione consigliata a chi sia curioso di guardare un’ottima trasposizione di uno dei classici Disney più romantici e immortali di sempre.
Di Valentina Mazzella